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 2015  agosto 05 Mercoledì calendario

Metti una sera a cena un arrosto e uno Chablis (fuori posto). L’infelice scivolone dell’astemio Giuseppe Tomasi di Lampedusa («Mio padre non ne capiva niente. Sapeva mangiare bene, ma beveva acqua»), un errore nel quale però il grande Visconti non è caduto: «Se ne accorse e fece brindare con vino rosso Angelica e Tancredi, la Cardinale e Alain Delon». Conversazione tra Gaetano Basile e il giovanissimo ottantunenne Gioacchino Lanza Tomasi, il figlio del Gattopardo

Metti una sera a cena, anzi a teatro, sotto il Tempio di Giunone, con lo sfondo della Valle dei Templi, il più divertente divulgatore della storia della cucina siciliana, Gaetano Basile, e il «figlio del Gattopardo», proprio il figlio adottivo del principe Giuseppe Tomasi di Lampedusa, il giovanissimo ottantunenne Gioacchino Lanza Tomasi.
Metti che nella «Valle degli dei», perno della «Strada degli scrittori», il Fai, il Fondo ambiente italiano, inviti a discutere dei grandi dell’area, da Pirandello a Sciascia a Camilleri. E che, arrivati al Principe e al suo romanzo pubblicato da Feltrinelli dopo la morte, invece di insistere sul profetico «cambiare tutto per non cambiare niente», Basile, da sempre attento studioso delle leccornie descritte ai pranzi con don Fabrizio e Calogero Sedara, Angelica e Tancredi, azzardi una sconvolgente critica. Scoprendo un errore nel libro considerato una sorta di sacra Bibbia su virtù e difetti di una Sicilia spesso metafora del Paese e non solo. Un errore legato al cibo, anzi al vino. Al vino bianco, per la precisione. A uno Chablis fuori posto.
Eccolo Basile, da viaggiatore colto anche quando parla di cibo da strada, commuoversi per la toccante descrizione del timballo di maccheroni in crosta, con il coltello che, appena affondato «nell’oro brunito dell’involucro», faceva esplodere «un fumo carico di aromi». E poi il «roti» alla francese, l’arrosto. Il tutto seguito però, qualche pagina dopo, da una fragorosa risata di Angelica «eccitata dalle luci, dal cibo, dallo Chablis che aveva bevuto...».
Eh, no. Un orrore per Basile, sorpreso dallo «scivolone», spiegando che ci voleva «un bel vino rosso». Osservazione interrotta da Gioacchino Lanza Tomasi, pronto a far segni dalla platea, ad alzarsi dalla prima fila alla ricerca di un microfono. Cosa che ha fatto temere una brutta reazione. Invece, andando incontro a Basile, ha ammesso: «Credo proprio che abbia ragione. Mio padre non ne capiva niente perché era astemio. Sapeva mangiare bene, ma beveva acqua».
Ed è subito scattato un abbraccio fra loro. Un abbraccio che non anticipa forse l’annuncio di un errata corrige alla prossima edizione del Gattopardo, ma che resta un gustoso aneddoto da appuntare nella storia del mix fra letteratura e cucina. Alla vigilia del Premio Lampedusa che sabato sarà assegnato alla scrittrice svizzera Fleur Jaeggy a Santa Margherita Belice in piazza, con un grande schermo dove Basile suggerisce di proiettare la scena con la risata di Angelica interpretata da Claudia Cardinale: «Perché il grande Visconti si accorse dell’errore e fece brindare con vino rosso Angelica e Tancredi, la Cardinale e Alain Delon».