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 2015  agosto 04 Martedì calendario

Una formula matematica svela i gialli di Agatha Christie. Individuata da un gruppo di ricercatori britannici, permette di scoprire in anticipo l’assassino partendo dagli indizi disseminati dalla scrittrice

Come gli assassini di cui narrano le efferate gesta, anche gli scrittori di gialli cercano sempre di non farsi scoprire. Permettere al lettore di individuare il colpevole prima delle pagine finali del libro è un vero delitto, e ogni buon giallista tiene sempre qualcosa per sé, da rivelare all’ultimo momento: un legame inaspettato tra assassino e vittima, un movente che si rivela all’improvviso, un episodio chiarificatore rievocato solo nell’ultimo capitolo.
Gli autori più apprezzati sono quelli che danno l’impressione di non avere nascosto nulla al lettore, e di avergli dato le stesse possibilità di scoprire il colpevole concesse al proprio immaginario detective. Ma anche gli scrittori si tradiscono. Persino i migliori, come Agatha Christie, hanno disseminato i loro libri di piccoli involontari indizi, che possono consentire di individuare l’assassino con largo anticipo rispetto alla conclusione del racconto.
Un gruppo di ricercatori britannici, composto da Dominique Jeannerod della Queen’s University di Belfast, da James Berthnal dell’Università di Exter e dall’analista di dati Brett Jacob, ha individuato una formula matematica che permette di scoprire in anticipo l’assassino in molti dei 66 romanzi della Christie, proprio a causa degli «errori» da lei commessi nello scriverli. Come un qualunque serial killer, anche la più nota e apprezzata autrice di gialli del mondo (due miliardi di copie vendute fino a oggi) non ha resistito alla tentazione di fare le cose sempre allo stesso modo, lasciandosi alle spalle tracce compromettenti.
Gli autori della ricerca, commissionata da Uk Tv nell’imminenza di un ciclo di trasmissioni su Agatha Christie e anticipata dal Guardian, hanno preso in esame 30 romanzi della scrittrice, compresi i celebrati Assassinio sull’Orient Express, Non c’è più scampo, È un problema, con lo scopo di individuare elementi comuni che permettessero di arrivare al «whodunnit» (chilohafatto) prima del capitolo finale. Gli indizi sono molti: nei romanzi in cui i mezzi di trasporto sono prevalentemente automobili o camion, il killer è una donna. In quelli nei quali ci si sposta spesso in barca o in aereo, il colpevole è un uomo. Anche il modo usato per uccidere è rivelatore: se la vittima è morta strangolata o accoltellata, l’assassino è un uomo, e se è stato versato sangue è probabilmente un medico. Se si è usato veleno, bisogna invece cercare il colpevole tra le donne, che preferiscono anche servirsi per il delitto di oggetti casalinghi che poi lasciano fuori posto.
Il luogo dove avviene l’omicidio è altrettanto importante, e nei romanzi della Christie quasi tutti i delitti commessi da donne sono avvenuti in residenze di campagna. Determinante è anche il modo con il quale la scrittrice presenta i personaggi di un romanzo: se una donna è descritta fin dall’inizio con qualche accenno negativo, è un’ottima candidata al ruolo di assassina. Lo stesso trattamento non è invece riservato ai killer maschi, sempre raccontati in modo neutrale o positivo. La relazione tra assassino e vittima è infine decisiva e quasi tutti i delitti commessi da donne nascondono un coinvolgimento emotivo con l’amante, con lo sposo o con un parente.
Applicando la formula a uno dei romanzi di Agatha Christie si può capire meglio come funziona. Nel racconto che lei preferiva a tutti gli altri, È un problema, il mezzo di trasporto abituale è l’auto, e l’assassinio di Aristide Leonides avviene con il veleno. Indiziate sono dunque le donne: una di quelle della famiglia Leonides (Sophia, Josephine, Brenda e Clemency), oppure Janet Rowe, Edith de Havilland e Magda West. Le ultime tre vanno però subito scartate, perché non hanno una relazione diretta con la vittima. La descrizione che Agatha Christie fa di Brenda e di Josephine è negativa fin dall’inizio, e le rende le principali sospettate. Il racconto porta a pensare che sia Brenda la vera indiziata, una ragione sufficiente a escluderla. Resta la giovane Josephine, che è sicuramente l’assassina. Si scoprirà infatti che ha ucciso il nonno perché non voleva pagarle le lezioni di danza.
La formula matematica per scoprire il colpevole non toglierà lettori a Agatha Christie, anche perché non è in grado di risolvere tutti i suoi gialli: con Trappola per topi, ad esempio, non funziona. Il vero mistero dei suoi romanzi è ancora legato a un codice di scrittura fatto di frasi brevi, di una straordinaria economia di parole anche in situazioni complesse, e di ripetizioni volutamente ipnotiche che costringono il lettore a andare fino alla fine. Uno stile insuperato, che nessuna formula potrà purtroppo mai riprodurre.