il Fatto Quotidiano, 31 luglio 2015
«Emma cogli l’attimo, esci da quel labirinto di sudditanza: Espelli Marco dal Partito e dalla tua vita. Non tanto per ragioni politiche bastano quelle psichiatriche». L’appello di Pino Corrias alla Bonino, dopo le affermazioni di Pannella che «rinfaccia alla sua eterna pupilla di avere solo un cancro, mentre lui ne ha due. Di essere stata ministra, mentre lui no. Di andare in giro con l’auto blu, mentre lui solo in taxi. Di non rivolgergli né uno sguardo, né un inchino, mentre lui fa il saltimbanco in piazza e il giocoliere di parole per lei»
Distratti dagli infiniti massacri africani, dalle minacce globali dello zar Putin e un po’ anche dalla fame nel mondo, non ci siamo occupati abbastanza del furibondo litigio nella casa Vianello dei Radicali italiani. Specchio di un Paese grandioso, chiuso alle dinastie politiche, aperto ai giovani. Dove un anziano carico di nicotina e vuoto di rancori, Marco Pannella, credendosi da quarant’anni un leader politico, rinfaccia alla sua eterna pupilla, Emma Bonino, di avere solo un cancro, mentre lui ne ha due. Di essere stata ministra, mentre lui no. Di andare in giro con l’auto blu, mentre lui solo in taxi. Di non rivolgergli né uno sguardo, né un inchino, mentre lui fa il saltimbanco in piazza e il giocoliere di parole per lei. Deve essere una commovente strategia amorosa, un dire ti odio, per dire ti amo, un dire ti invidio, per dire ti ammiro. Ma noi ugualmente speriamo che la fragile Emma Bonino colga l’attimo. Esca dal labirinto di sudditanza, come noi (inascoltati) le chiediamo da tempo. E finalmente espella Marco Pannella dal Partito radicale, ma specialmente dalla sua vita. Non tanto per ragioni politiche, che neanche esistono più, bastando ampiamente quelle psichiatriche.