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 2015  luglio 31 Venerdì calendario

In Austria il politicamente corretto si applica anche alle targhe automobilistiche. La Motorizzazione federale ha messo al bando – da ogni Golf o Volvo, Alfa Romeo o Toyota in circolazione a Vienna e altrove – qualsivoglia accoppiamento di numeri o lettere che alludano, o sembrino alludere, all’apologia del nazismo o del terrorismo internazionale. Basta dunque con HH, come Heil Hitler, o 1919 sinonimo delle Ss

Essere “politicamente corretti” è una caratteristica peculiare del mondo libero. Certamente lo è negli Stati Uniti, ma ancora di più lo è in Europa, visto il passato. Adesso la political correctness colpisce anche in un campo inatteso della vita quotidiana: le targhe automobilistiche. Accade nella prospera, efficiente, Austria felix. Ispirata dal governo di Grosse Koalition (cancelliere socialista, vice democristiano), la Motorizzazione federale ha stilato una lista di targhe proibite. Al bando – da ogni Golf o Volvo, Alfa Romeo o Toyota in circolazione a Vienna e altrove – qualsivoglia accoppiamento di numeri o lettere che alludano, o sembrino alludere, all’apologia del nazismo o del terrorismo internazionale. Niente propaganda hitleriana o filo-Califfato a quattro ruote.
All’origine, in parte, è la complessa normativa sulle targhe automobilistiche austriache. Perché la motorizzazione, ogni volta che viene immatricolata un’auto nella repubblica alpina, mischia regole ferree a un’estrema flessibilità. In chiaro: la targa deve cominciare dalla città d’immatricolazione, cioè W per Vienna, G per Graz, S per Salisburgo, I per Innsbruck e via dicendo, com’era da noi per Roma, Mi, To, Na, e via dicendo. Ma dal 1989, dopo l’indicativo- città l’automobilista può scegliere: o cinque cifre più un’altra lettera, assegnate automaticamente dai computer. Oppure sigle personalizzate, a fantasia. Con lettere e numeri come ti pare: se sei di Innsbruck cioè puoi targarti I-cool, o I-love, e così via.
Ma l’eccesso di libertà è pericolosa, giudicano ora le autorità. E allora hanno stilato una lista di oltre trenta combinazioni di lettere, numeri o lettere e numeri che da oggi sono al bando. Perché vengono ritenute un’implicita ma chiara esaltazione o apologia del Terzo Reich (bisogna ricordare, al proposito, che l’Austria ebbe in proporzione più volontari nelle Ss e nella Gestapo che non la Germania). In più, anche le combinazioni apparentemente islamiste sono off limits.
Poveri impiegati della motorizzazione: la lista è lunghissima. Vietato “Heil Hitler”, quindi al bando targhe con HH e 88 (due volte H ottava lettera dell’alfabeto). Vietato BH, ossia Blood and Honour, internazionale neonazi internettiana. Vietato il numero 420, cioè 20 aprile, compleanno di Hitler. Oppure 1919, due volte la 19ma lettera, ovvero SS. Al bando anche WAW (White aryan war, gruppo ultrà online) o FG, che quivale a Fuehrer-Geburtstag, cioè compleanno del Fuehrer.
«L’ideologia nazionalsocialista non ha nessun posto nella nostra società», ha spiegato il ministro dei Traspoeti, Alois Stoeger, motivando la scelta. Scelta estesa anche ad altre possibili apologie di idee e messaggi di odio. A cominciare da IS, Islamic State, ovviamente. «Non è stato facile elaborare la lista di accoppiamenti proibiti, ci ha aiutati il Comitato Mauthausen, organizzazione di sopravvissuti», dicono i portavoce.
Restano aperti alcuni problemi. Primo, come farà la motorizzazione a filtrare ogni targa sospetta? Magari con costosi software per scovare ogni HH, 88 o altro? Secondo, non è ancora chiaro se la Fpoe, destra radicale, opposizione ma secondo partito nazionale e in crescita, sia d’accordo.
E poi molti si chiedono se la political correctness delle targhe non sia solo l’ultima foglia di fico in un Paese che talvolta ancora si dipinge come vittima del Reich, mentre dall’annessione del 1938 ne fu parte entusiasta, e che rimuove volentieri il nome del suo cittadino più famoso nella Storia, migrante di successo nella politica tedesca.