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 2015  luglio 31 Venerdì calendario

Com’è cambiato il ruolo del regista in 150 anni di calcio. Mario Sconcerti: «Nel primo schema inglese l’1-1-8, gli attaccanti si mettevano tutti in fila per largo e a turno provavano a saltare il proprio avversario. C’era poi un difensore e appunto il regista pochi metri più avanti. Negli anni trenta c’era il cosiddetto battitore libero e da un po’ di tempo si sta tornando a soluzioni simili: non più il regista in mezzo al campo, ma davanti ai due difensori centrali»

La prima scoperta da fare è che il centrocampista davanti alla difesa c’è sempre stato, fin dall’inizio del calcio. Centocinquant’anni fa il primo schema inglese era 1-1-8, gli attaccanti si mettevano tutti in fila per largo e a turno provavano a saltare il proprio avversario. C’era poi un difensore e appunto il regista pochi metri più avanti. Negli anni trenta, quando si era ormai affermato il Metodo, forse il più corretto tra i tanti schemi, davanti ai due difensori c’era il cosiddetto battitore libero, l’uomo che prendeva palla dai difensori e lanciava direttamente l’attacco. Il più famoso è stato Fulvio Bernardini. Da un po’ di tempo si sta tornando a soluzioni simili: non più il regista in mezzo al campo, ma davanti ai due difensori centrali. Un regista basso, un mediano con i piedi buoni che possa fare a turno sia il terzo difensore sia il primo centrocampista. Più De Rossi che Pirlo, più De Jong di Pizarro tanto per arrivare a oggi. È interessante chiedersi il perché di questa evoluzione del regista. È stata determinata dall’evoluzione dei compiti del terzino. Oggi i terzini sono ali aggiunte, non hanno solo il compito di marcare ma anche di farsi marcare. Questo spazio ricavato dall’avanzare dei terzini, ha consigliato molti a stringere gli spazi al centro. Molte squadre inoltre giocano con due punte e un trequartista, il regista basso è così il primo uomo a dover intervenire sul trequartista. Se tiriamo fino in fondo le somme, si scopre che queste soluzioni sono merito dell’uomo in più acquistato dal calcio moderno. Non c’è più il libero classico, spesso oggi si marca uomo su uomo, uno contro uno. Questo ha portato un giocatore in più a centrocampo se non spesso addirittura in attacco. Oggi il vero libero della squadra è proprio il regista basso, un libero non più dietro alla difesa,
ma davanti, col doppio ruolo di difensore aggiunto e organizzatore di ogni ripartenza. Va da sé che le variabili sono infinite e dipendono dalle qualità dei singoli (velocità, tecnica, rapidità di pensiero, velocità), ma tutto si svolge comunque in una ventina di metri quadrati, forse i più importanti del campo.