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 2015  luglio 31 Venerdì calendario

La donna che cerca di convincere i greci a pagare le tasse. La missione (impossibile) di Katerina Savvaidou, il Segretario Generale per le Entrate che ha appena emesso una circolare in cui annuncia che la caccia agli evasori comincerà per strada. Nel Paese dove la maggioranza dei tassisti rilascia ricevuta solo se esplicitamente richiesta, proprio come nei bar e nei periptero, dove non manca chi cerca di consegnare ai clienti vecchi scontrini dimenticati sul bancone da qualche ignaro turista. E ora che con la crisi circola solo contante, è tutto ancora più difficile

Improbabile che siano stati i blitz anti-evasione di Attilio Befera, da Cortina a Porto Cervo, ad ispirare Alexis Tsipras. Quel che è certo è che da qualche giorno il governo ellenico ha sguinzagliato decine di ispettori del fisco davanti a negozi, bar, ristoranti e i famosi periptero, i chioschetti che invadono la Grecia.
L’iniziativa è stata avviata dal Segretario Generale per le Entrate, Katerina Savvaidou, 43 anni. Il suo predecessore, Harry Theoharis, si è dato alla politica dopo che per 18 mesi aveva provato a combattere l’evasione. «Ricevevo minacce di morte tutti i giorni» ha spiegato dopo essere entrato a far parte del partito centrista ToPotami. Katerina Savvaidou è diventata la signora delle tasse appena un anno fa: è un’avvocata specializzata in diritto tributario e ha appena emesso una circolare in cui sottolinea che adesso la caccia agli evasori comincerà per strada. Non è un caso: in Grecia il lavoro scarseggia, la disoccupazione è al 25,6% e il risultato è che il 35% della forza lavoro si industria in proprio. I greci insomma si danno da fare come possono, aprono attività, affittano case vacanze. E cercano di pagare meno tasse possibile. Perché sono troppo alte? Non proprio.
A gennaio era stato proprio Mario Draghi, presidente della Bce, a sfatare il luogo comune: «L’incidenza del peso fiscale sul Pil in Grecia, inclusi i contributi sociali, è al 34,2 per cento, ben inferiore alla media dell’area euro». Ma i commercianti, a quanto pare, se ne infischiano: solo nello scorso fine settimana sono state controllate 1.600 attività e nel 23% dei casi sono state riscontrate irregolarità. Che vanno dallo scontrino non emesso a quello farlocco. E in questo, i greci, sono fantasiosi tanto quanto gli italiani. La maggioranza dei tassisti rilascia ricevuta solo se esplicitamente richiesta, proprio come nei bar e nei periptero, dove non manca chi cerca di consegnare ai clienti vecchi scontrini dimenticati sul bancone da qualche ignaro turista. E ora, con gli stranieri spaventati dalla crisi e dalle immagini delle code agli sportelli bancari, in Grecia circola molto denaro contante, grande alleato dell’evasione.
Inoltre ad Atene manca, come sottolineato da un report del Fondo monetario, un efficiente sistema di controlli e sanzioni. «Quando viene aperta un’ispezione – spiega l’istituto di Washington – c’è un problema di accesso alle informazioni e manca persino la possibilità di accedere ai conti bancari». Non solo: se da una parte le sanzioni previste per evasione sono molto alte, dall’altro lato è molto bassa la probabilità che le stesse sanzioni siano pagate. «Se un audit rileva una somma non dichiarata – spiega ancora il Fmi – l’ufficio delle imposte può ridurre la multa fino all’80%». Un sistema che, arriva a concludere l’istituto, finisce per rendere più conveniente non dichiarare affatto. Il rapporto, datato 2013, è stato poi aggiornato nel 2014: passi in avanti sono stati fatti ma si sottolinea ancora lo scarso numero di dipendenti pubblici concentrati sulla lotta all’evasione, in particolare sulla platea dei grandi contribuenti. E a giocare un ruolo importante su tutta la faccenda, sottolinea il Fmi, è ancora «l’interferenza politica». Anche su questo, le similitudini con l’Italia non mancano.