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 2015  luglio 30 Giovedì calendario

La pineta di Focene va in fiamme e Fiumicino deve bloccare i voli. Forti raffiche di vento hanno spinto una densa nube di fumo proprio verso le piste. Dopo cinque ore l’incendio viene domato ma il premier sbotta: «Situazione intollerabile, adesso basta: è impensabile che il principale hub italiano, in piena stagione estiva, sia in balìa di incidenti o peggio di criminali»

Brucia la pineta vicina al Leonardo Da Vinci, l’aeroporto di Fiumicino va in tilt e il premier Renzi sbotta: «Situazione intollerabile, adesso basta». Dieci squadre dei vigili del fuoco, tre elicotteri e due canadair sul campo, un centinaio di ettari in fumo e migliaia di passeggeri intrappolati nello scalo: è il bilancio del devastante incendio – molto probabilmente doloso – che ieri ha avvolto la pineta di Focene.
Le fiamme sono divampate intorno alle 13 a pochi metri dalle recinzioni dell’aeroporto internazionale. Molteplici i focolai avvistati dai primi soccorritori, che in poco tempo hanno creato un unico fronte di fuoco ampio un chilometro.
Il primo rogo ha coinvolto una zona di sterpaglie che confina con lo scalo, poi l’incendio si è esteso in pochi minuti alla pineta. Il fuoco è arrivato a lambire le abitazioni e un impianto di benzina: solo l’intervento dei vigili del fuoco ha evitato il peggio. Sul campo sono state impegnate per ore le squadre dei pompieri, dieci associazioni di volontariato, elicotteri della Regione Lazio e del Corpo Forestale insieme ai Canadair. A complicare le operazioni di spegnimento sono state le forti raffiche di vento che hanno spinto una densa nube di fumo proprio verso le piste.
L’Ente nazionale dell’aviazione civile (Enac) è stato costretto a limitare l’operatività dello scalo. Chiusa dalle 14.20 alle 15.45 la pista 2, così che tutti i voli in partenza sono rimasti a terra, e inutilizzabile anche la pista 1, perché riservata ai voli di soccorso. Solo la pista 3, dedicata agli atterraggi, è sempre stata aperta. Migliaia di passeggeri sono rimasti bloccati in aeroporto, molti quelli intrappolati sui voli fermi in pista, lunghe le code ai check-in, pesanti i ritardi sui collegamenti anche dopo la riapertura dello scalo. L’operatività è tornata alla normalità soltanto dopo ore, anche perché in serata c’è stato un altro rogo.
L’incendio principale è stato domato dopo cinque ore. E per l’aeroporto di Fiumicino – appena tornato alla normalità dopo il rogo che il 7 maggio ha bruciato mezzo terminal 3 – è stata un’altra giornata da incubo.
I focolai multipli fanno pensare alla probabile origine dolosa: è stato il sindaco di Fiumicino, Esterino Montino, anche lui sul campo con i soccorritori, a riportare le prime ipotesi dei pompieri. La Forestale non esclude il dolo e la procura di Civitavecchia ha già aperto un fascicolo d’inchiesta.
«Situazione intollerabile, adesso basta: è impensabile che il principale hub italiano, in piena stagione estiva, sia in balìa di incidenti o peggio di criminali», sono state le parole del premier Matteo Renzi riportate da fonti di palazzo Chigi. Il presidente del Consiglio, in una telefonata al ministro dell’Interno Angelino Alfano, «ha chiesto informazioni e un’immediata verifica da parte delle forze dell’ordine» perché «se davvero l’incendio che ha paralizzato l’aeroporto fosse doloso, ci troveremmo di fronte a un atto gravissimo». In serata con un tweet il responsabile del Viminale ha confermato l’apertura di un’inchiesta da parte della magistratura: «Il 7 maggio non fu doloso. Su questo accertamenti rapidi. Si faccia chiarezza».