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 2011  aprile 20 Mercoledì calendario

Vita in breve di Tina Modotti (n. 1)

“…sorella, non dormi, no, non dormi:/forse il tuo cuore sente crescere/ la rosa di ieri, l’ultima rosa di ieri/la nuova rosa/. Riposa dolcemente sorella/”. Epitaffio struggente di Pablo Neruda dedicato a Tina Modotti, la pasionaria fotografa venuta dal Friuli, a fianco del rinascimento messicano degli anni ’20, garibaldina di Spagna, perseguitata ed esule politica. Di una bellezza accecante, Tina, immortalata in un celebre nudo dal fotografo Edward Weston, suo primo pigmalione e amante, attraverserà come una leggenda il primo Novecento, trasferendo tutta la sua vis rivoluzionaria in immagini di purezza essenziale, scatti-cult come la “Marcia dei campesinos”, “Le donne indie con bambini”, soggetti visceralmente legati al suo amato Messico, quello degli amici muralisti, di Diego Rivera e Frida, dal quale verrà espulsa il 20 aprile 1930, dopo l’attentato al presidente Ortiz Rubio. E in cui, dopo la tempestosa unione con Vittorio Vidali, combattente comunista, anni di clandestinità a Mosca come agente del Soccorso Rosso e mesi di militanza nella Spagna della guerra civile, tornerà nel ’40, per morire di una morte ancora carica di sospetti. Una sera del gennaio ’42, stroncata da un infarto, in un taxi.