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 2015  luglio 04 Sabato calendario

La Grecia si prepara al referendum • Tsipras contro Merkel • Vanno avanti le trattative per dare un governo stabile alla Libia • I numeri aggiornati sui migranti • Un decreto del Consiglio dei ministri riapre Ilva e Fincantieri • La ragazza depressa cui sarà applicata l’eutanasia • Come muore un cavallo


Referendum/1 Alla vigilia del referenudm in Grecia sull’accordo, si alzano i toni e lo scontro. Da una parte ci sono Tsipras e Varoufakis che chiedono di votare no per respingere i «ricatti» dei creditori e per rendere sostenibile il maxi-debito nazionale con la cancellazione del 30%. Tsipras ha definito «pienamente giustificata» la sua richiesta di sconto sul debito, che include 20 anni senza pagamenti. Varoufakis ha definito «più o meno fatto» l’accordo con i creditori, se ridurranno il debito. Dall’altra c’ ìè il fronte europeo guidato dalla Merkel che ha schierato anche i vertici delle istituzioni comunitarie per anticipare ai greci dure conseguente se vincesse il no. Il ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Schaeuble, ha ventilato sacrifici ancora più pesanti per i greci e che «i negoziati saranno molto difficili perché la situazione in Grecia è peggiorata notevolmente nelle ultime settimane». Il governo di Berlino ha escluso la ristrutturazione del debito. Il presidente lussemburghese della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, ha ammonito che «la posizione negoziale greca uscirebbe drammaticamente indebolita con la vittoria del no». Il presidente olandese dell’Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, ha definito «completamente false» le affermazioni di Varoufakis sull’accordo vicino e ha previsto per la Grecia un periodo «estremamente difficile». Intanto la Bce potrebbe bloccare la liquidità d’emergenza alle banche greche, che hanno fatto sapere di disporre di un miliardo sufficiente solo fino a lunedì prossimo.

Referendum/2 I greci entreranno nei seggi domani in condizioni che in molte parti del mondo non sarebbero regolari. Infatti secondo il Consiglio d’Europa il referendum non è in linea con gli standard internazionali, visto il poco tempo concesso agli elettori per farsi un’idea e la complessità del testo sul quale devono dare un sì o un no. Inoltre gran parte degli elettori non ha accesso alla «proposta dei creditori» (nel frattempo ritirata) su cui si vota. Il ministero dell’Interno non ne ha distribuito copie e il governo non l’ha pubblicato in Gazzetta Ufficiale all’annuncio della consultazione. Ai seggi il testo non sarà affisso. Le nove pagine in greco sono pubblicate solo sul sito del ministero, in un Paese che (secondo le stime della Commissione europea) resta agli ultimi posti per la diffusione di Internet con la Bulgaria, Cipro e la Romania.

Referendum/3 In Grecia per il referendum stanno pratiche clientelari ben note: il governo senza risorse rende gratuiti i trasporti pubblici per la settimana del voto, al mercoledì riassume 230 dipendenti della metropolitana e al giovedì 1.293 bidelli delle scuole. Per il fronte del sì ci sono vari imprenditori che invitano i dipendenti a votare per l’accordo se vogliono vedere la prossima busta paga.

Grecia Dal 2010 salvare la Grecia è costato in tutto circa 354 miliardi (36 alla sola Italia).

Libia Si muove qualcosa nelle trattative che sta facendo l’inviato dell’Onu, Bernardino León, per creare un’autorità centrale in Libia ed evitare che l’Isis approfitti del caos e instauri il suo potere. È difficile convincere le due componenti più importanti (le formazioni cosiddette “laiche” del parlamento di Tobruk sostenuto da Egitto ed Emirati Arabi, e quelle legate ai Fratelli Musulmani di Tripoli appoggiate da Turchia e Qatar) a superare le differenze per unirsi in un unico organismo in grado di traghettare il Paese verso libere elezioni. La novità da ieri mattina è che Tobruk, assieme alle potenti milizie di Misurata, Zintan e altre fazioni indipendenti, hanno dato il loro assenso alla piattaforma mediata dall’Onu e mirata esplicitamente ad evitare qualsiasi deriva di tipo militare. Il problema maggiore sta però nel fatto che i dirigenti di Tripoli hanno ritirato i loro delegati, definendo il nuovo piano di pace «un tradimento, che mira a creare un regime fascista sotto gli auspici Onu» e rifiutando la loro adesione.

Migranti Sono 72.752 i migranti accolti e censiti in Italia dall’inizio dell’anno. Nello stesso periodo dell’anno scorso furono 66.448. Anche quest’anno, come accadde nel 2014, è la Libia a inondarci: 67.789 migranti hanno dichiarato alla polizia italiana di essere partiti da un porto libico. Alla stessa data l’anno scorso, furono in 60.290. I numeri dell’accoglienza a carico del ministero dell’Interno sono questi: 9.994 nei centri per richiedenti asilo; 51.608 nelle strutture temporanee di prima accoglienza; altri 20.596 sparsi nei Comuni. Totale: 82.198 migranti ospitati. La maggioranza è costituita da richiedenti asilo.

Lavoro Un decreto legge del Consiglio dei ministri sulla sicurezza nei luoghi di lavoro salva l’Ilva di Taranto dalla chiusura definitiva e consente alla Fincantieri di Monfalcone la prosecuzione dell’attività. In entrambi i casi la magistratura aveva provveduto al sequestro degli impianti. Per l’acciaieria pugliese serviranno nuove misure per la tutela dei lavoratori. Palazzo Chigi ha deciso che nei casi di stabilimenti di rilevanza strategica nazionale, finiti sotto sequestro, è possibile proseguire l’attività a condizione che l’Ilva presenti, d’intesa con la magistratura, un piano dettagliato di misure, in tempi definiti (forse 30 giorni), per garantire la sicurezza dei lavoratori, senza interrompere la produzione. Per quanto riguarda Fincantieri, invece, il decreto fornisce l’interpretazione autentica della normativa in materia ambientale che consentirà di risolvere il problema sollevato dai magistrati: così si chiarisce che i depositi temporanei fatti sulla banchina di Montefalcone, anziché sulla nave, sono legittimi.

Eutanasia/1 Una ragazza di nome Laura, 24 anni, belga, ha ottenuto il diritto all’eutanasia perché depressa. Dice di pensare al suicidio da quando andava all’asilo e ha provato più volte ad ammazzarsi. Tentate anche varie cure, tra cui il ricovero in un centro specializzato. Come previsto dalla legge, dopo la richiesta di eutanasia tre diversi medici hanno esaminato il suo caso e hanno dato parere positivo. L’addio è previsto per questa estate.

Eutanasia/2 Secondo il professor Wim Distelmans, della commissione federale belga per il controllo dell’eutanasia, sono circa 50 le persone che ricorrono ogni anno all’eutanasia per motivi psichici, circa il 3% del totale.

Flambo Paolo Giani Margi, olimpionico azzurro del dressage ai Giochi di Barcellona del ’92 e a quelli di Atlanta del ’96 è stato radiato dal mondo dell’equitazione. Il tribunale della Federazione italiana sport equestri lo ritiene responsabile di aver agito «con particolare crudeltà» verso il cavallo Flambo, di averlo «sottoposto a un metodo di allenamento aggressivo tale da provocarne la ribellione, l’impennata e la rovinosa caduta a terra, con conseguente frattura di due vertebre cervicali, causa del decesso». Il campione olimpico utilizzò «sistemi di allenamento manifestamente violenti». Fu spietato al punto da forzare il cavallo a rialzarsi in campo dopo la caduta, «con la spinta di cinque uomini». Lo costrinse ad alzarsi, a camminare fino ai box e a una passeggiata di dieci minuti mentre l’animale «ondeggiava e sbandava procedendo in modo scoordinato e molto lentamente, con la testa ciondolante e il collo proteso verso il basso». Inoltre per tentare di discolparsi «ha omesso dolosamente di riferire al veterinario e alla proprietaria la dinamica della caduta e i sintomi», parlando invece di una colica e quindi «impedendo che al cavallo fossero prestati i soccorsi necessari per evitare la morte, o quantomeno minimizzare la sofferenza».

(a cura di Daria Egidi)