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 2015  giugno 26 Venerdì calendario

La rinascita del Parma è anche una questione di cuore. Barilla e la Parmalat per ricominciare, due nomi storici nella cordata pronta a rilevare il club fallito, che prenderà parte alla Serie D con il nuovo nome Parma Calcio 1913

«Il Parma ai parmigiani», o meglio, ai maggiori industriali della città emiliana, tra cui Guido Barilla, numero uno dell’omonima azienda, leader mondiale della pasta. Dopo il crac della Parmalat di Tanzi, la gestione Bondi e il fallimento ereditato dalla gestione del bresciano Ghirardi, il club sembra destinato a tornare nelle mani di una cordata locale. Lunedì verrà costituita la nuova società, denominata Parma Calcio 1913: nei giorni seguenti verrà chiesta l’affiliazione alla Figc per poter prendere parte alla serie D.
Una questione personale
Un passaggio che potrebbe riportare i Barilla nel mondo del calcio per la prima volta dopo gli anni d’oro al fianco della Roma di Dino Viola. Erano i tempi di papà Pietro: cucì il nome dell’azienda parmense sulle maglie giallorosse accanto allo scudetto di Falcao. Stavolta dovrebbe trattarsi di un sostegno economico a livello personale, senza coinvolgere la multinazionale di famiglia. Forse c’è anche una questione di cuore dietro l’inedito interesse di Guido Barilla per il pallone: il figlio è uno dei talenti più promettenti tra i giovanissimi del Parma Fc, l’ultima squadra rimasta in corsa per le finali di categoria. Dopo il fallimento, alle giovanili ducali non è rimasto un euro: il sostegno dei privati, tra cui quello dello stesso Barilla, ha permesso ai ragazzi di portare avanti il sogno scudetto. Per ora non c’è nulla di ufficiale: avviato un dialogo con il sindaco Pizzarotti per l’utilizzo dello stadio Tardini, il gruppo di imprenditori si è mosso nella massima riservatezza, pur designando già il nuovo presidente: Nevio Scala, l’uomo dei miracoli sulla panchina crociata.
Otto imprenditori
Nel nuovo Cda, tra gli altri, potrebbero sedersi anche il costruttore Paolo Pizzarotti e l’ingegner Gianpaolo Dallara, fondatore dell’omonima casa automobilistica. Un altro clamoroso ritorno, anche solo a livello di sponsor, potrebbe essere quello del gruppo Parmalat, ora controllata dalla francese Lactalis: accordo da definire, inaspettato incrocio con il passato. Dopo il crac di Calisto Tanzi, gli scandali in municipio, con l’arresto dell’ex sindaco Vignali, il default del Parma calcio, la nuova società sembra essere un tentativo da parte degli imprenditori locali di dare vita ad una sorta di «rinascimento parmigiano».
La scadenza del 6 luglio
Riusciranno a convincere il loggione del Tardini, reduce da 25 anni a grandi livelli, spesso al di sopra delle proprie possibilità? Chi vuole salvare il calcio a Parma dovrà, soprattutto, fare in fretta: il 6 luglio scadono i termini per iscrivere la squadra al campionato dilettanti. Non sarà una corsa solitaria: a dare battaglia c’è Giuseppe Corrado, ad di The Space Cinema, sostenuto, tra gli altri, da Enzo Ricci, ex patron dell’azienda dolciaria Tre Marie. Aveva tentato di comprare il Parma per la serie B, ma l’affare era saltato per i debiti troppo elevati. Stessi guai che avevano spinto la cordata parmigiana a non provarci nemmeno. Ora Corrado ci riprova: «Ci siamo fatti contagiare dall’entusiasmo dei tifosi. Abbiamo raccolto il loro invito a ripartire con Magico Parma (la sua nuova società ndr) per la D. Un progetto di rinascita non può che assecondare la volontà dei tifosi».