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 2015  giugno 26 Venerdì calendario

Ancora nessun accordo con la Grecia • Renzi contro l’Europa sulla politica dell’accoglienza • Ora l’immigrazione preoccupa più della crisi economica • L’Isis torna all’attacco di Kobane • I ricorsi inutili che intasano la Corte di Cassazione • Creato il neurone sintetico • La crisi del cotone egiziano • A D’Annunzio piaceva la pernice • In Cina sequestrate tonnellate di carne congelata ai tempi di Mao


Grecia L’Eurogruppo straordinario si è chiuso senza progressi nella trattativa sul salvataggio della Grecia dall’insolvenza. Una quinta riunione dei 19 ministri finanziari in soli dieci giorni è stata convocata per domani «probabilmente», cioè se il governo greco avrà prima accettato la proposta/ultimatum delle istituzioni rappresentative dei creditori (Commissione europea, Bce e Fmi di Washington). Merkel ha condiviso le preoccupazioni generali sulle conseguenze per i mercati finanziari qualora il fallimento del negoziato sullo sblocco dei prestiti portasse all’insolvenza di Atene, che deve pagare la rata da 1,6 miliardi del debito con il Fmi entro il 30 giugno. «Ci deve essere un accordo prima che lunedì riaprano i mercati», ha dichiarato Merkel.

Migranti/1 Renzi al Consiglio europeo dei capi di Stato e di governo ha parlato delle quote immigrati: «Se questa è la vostra idea d’Europa tenetevela. O c’è solidarietà o non fateci perdere tempo. Se volete la redistribuzione su base volontaria potete cancellare. Faremo da soli». Il confronto aspro si è concentrato sul ricollocamento dei 40mila migranti, sull’obbligatorietà della solidarietà e delle quote di redistribuzione. Spagna e Gran Bretagna hanno criticato l’obbligatorietà, mentre Lituania, Repubblica Ceca e Slovacchia hanno insistito perché fosse menzionata la volontarietà della ridistribuzione.

Migranti/2 Sondaggio Ipsos per Rai News-Ispi: a dicembre quasi 7 su 10 indicavano la crisi economica come «la minaccia più grave» per il Paese. Oggi continua a far paura (a 4 su 10) ma al suo fianco compaiono anche l’immigrazione (per il 25%, il doppio rispetto al 13% di dicembre) e il terrorismo islamico (21%, molto di più rispetto all’8% di dicembre ma in calo rispetto al 35% di marzo). Molti si dicono ora convinti che l’immigrazione sia «una grave minaccia alla sicurezza» e che «possa essere connessa al terrorismo» (lo pensa il 38% degli intervistati). Per il 28% è invece «un fenomeno inevitabile» e come tale va gestita, mentre solo il 25% la ritiene una risorsa per il Paese. Molto contenuta la quota di coloro che sono a favore dell’accoglienza dei rifugiati, solo il 16%. Sul tema sono molto netti i giudizi negativi sia nei confronti della politica italiana (74%) che dell’operato del governo Renzi in Europa (66%). [Sull’argomento leggi anche il Fatto del giorno]

Kobane I miliziani dello Stato Islamico hanno lanciato un attacco a sorpresa su Kobane, la cittadina curda al confine con la Turchia dalla quale erano stati cacciati nel gennaio scorso dopo una battaglia durata quattro mesi. L’attacco è iniziato con l’irruzione di cinque formazioni jihadiste che si sono fatte strada oltre le difese curde a colpi di autobombe. La prima è esplosa all’alba, nei paraggi del posto di frontiera con la Turchia di Mursitpinar, le altre nel corso della mattinata. I morti, secondo l’Osservatorio per i diritti umani, l’organizzazione non governativa di base a Londra, vicina all’opposizione siriana, sarebbero già 35, mentre 65 feriti hanno cercato soccorso nel villaggio di Suruq, in territorio turco. Dopo le autobombe, è cominciato uno scontro a fuoco che è andato avanti per tutto il pomeriggio. Secondo gli osservatori impegnati ad analizzare tattiche e strategia dello Stato Islamico, più che una nuova offensiva gli strateghi del Califfato hanno voluto inscenare una controffensiva per fermare l’avanza delle milizie curde verso Raqqa.

Cassazione La Corte di Cassazione è sommersa da ricorsi che spesso si rivelano inutili e infondati, ma che assorbono una grande quantità di energie. L’altro ieri il presidente della sezione Lavoro della Corte suprema ha comunicato che nel suo ufficio ci sono 700 sentenze già deliberate, scritte e firmate dall’estensore e dal presidente che attendono di essere pubblicate; per renderle esecutive ci vorranno altri mesi, fra i 60 e i 90 giorni. Altro numero: il 61% degli oltre 55.000 ricorsi trattati nell’ultimo anno è stato dichiarato inammissibile. Inoltre: nel 2013 l’11,5% delle cause trattate in Cassazione aveva un valore economico inferiore a 5.200 euro. Il che significa, considerando la durata media di 6-7 anni dei procedimenti prima di approdare a piazza Cavour, che per ognuno lo Stato ha affrontato costi economici superiori al valore della controversia (Bianconi, Cds).

Neuroni Al Karolinska Institutet, in Svezia, hanno messo a punto un neurone artificiale che riproduce le funzioni compiute da quello umano. Fatto di un polimero nel quale possono scorrere segnali elettrici, è in grado di agire e comunicare nello stesso modo di una cellula naturale. Quando per incidente o malattia il processo viene bloccato, la comunicazione si interrompe e possono nascere gravi patologie: finora si è cercato di superare i problemi trasmettendo dei segnali elettrici dall’esterno, ma così si stimolano tutte le cellule nervose dell’area. Se si riuscirà a miniaturizzare il neurone in polimeri, si ripreistinerà proprio la zona danneggiata (Caprara, Cds).

Cotone/1 L’agenzia Bloomberg dice che rischia di sparire il cotone egiziano, quello più traspirante e fresco, con fibra lunga e resistente. Per produrlo servivano da tempo i sussidi del governo (1.400 sterline egiziane per acro, equivalenti a 183 dollari), che ora sono stati tagliati. Così gli agricoltori egiziani stanno passando a coltivare il grano. Eppure ci sono interi settori del tessile che vivono in attesa del prossimo raccolto della varietà egizia Giza 86, valore sul mercato (al 19 giugno): un dollaro e 12 centesimi a libbra, mentre il cotone normale lo stesso giorno valeva 72 centesimi (Baduel, Rep).

Cotone/2 George Clooney vuole lenzuola solo di cotone egiziano, così come Turnbull & Asser di Londra, che lo usa per le sue camicie (come fanno anche Hugo Boss e J.Crew) (ibidem).

Cocolla D’Annunzio scriveva alla sua cuoca, Albina, bigliettini, versi e menù. Per esempio la colazione del 5 maggio 1930: «Un risotto magistrale, una frittata (con qualcosa: presutto o altro), ossobuco, asparagi di monte, con olio, niente altro». Si diverte a battezzare i dolci: «La cocolla di frate nevoso», «La mammella di Sant’Agata», «Le ostie di suor Ghiottizia». È amante dei gelati: è capace di mangiarsene dieci di fila, venendo meno alla sua dieta tipo che prevede «da tre a cinque uova nella 24 ore, circa 100 grammi di carne, un mio accordo mistico di cacio pecorino e mascarpone; frutti, specialmente arance, e una tazza di caffé forte». Il piatto prediletto è la pernice fredda di cui, dice, «ho mangiato tutto, ho leccato gli ossetti. Ahimé, le donne non ammettono che ci siano cose più buone delle loro parti più buone» (notizie tratte dal libro di Paola Sorge, A tavola con D’Annunzio) (Bignardi, Rep).

Carne Nella città di Changsha la polizia cinese ha sequestrato 100 tonnellate di carne avariata che stava per essere venduta. C’era carne di manzo che stava in congelatore dagli anni Settanta. Dall’inizio dell’anno, i funzionari doganali di 14 province cinesi hanno arrestato 21 bande di contrabbandieri e all’inizio di questo mese hanno sequestrato più di 100.000 tonnellate di pollo, manzo e maiale congelati (Sala, Sta).

(a cura di Daria Egidi)