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 2015  giugno 26 Venerdì calendario

Lo strano caso del premio milionario che nessuno riscuote. Siamo a Lissone, in Brianza. Qualcuno ha giocato un Win for Life vincente per una rendita di quattromila euro al mese per vent’anni e 100mila cash. Ma se non si fa vivo entro tre giorni, addio

C’è un tizio, in giro da qualche parte della Brianza, che è Paperino e Gastone insieme. Anzi, Gastone e Paperino, in ordine alfabetico e cronologico. Perché è fortunatissimo, ah, se è fortunatissimo. Ma è anche sfigato da morire, ah, se è sfigato.
Ci sono notiziole che ti passano davanti apparentemente trascurabili ma che aprono un mondo. Una è questa: «Vincita milionaria non riscossa, mancano 4 giorni». La nuda cronaca: la Sisal (esiste ancora, abbiamo scoperto) sta cercando colui che, alle 12,15 dello scorso 30 aprile, ha effettuato nella tabaccheria al numero 60 di via Monza a Lissone, provincia di Monza Brianza, una giocata del concorso 24340 del Win for Life Grattacieli. Costui (o costei) ha vinto una rendita di 4mila euro al mese per vent’anni, oltre all’anticipo di 100mila euro secchi. Un tesoretto da oltre un milione. Buttalo via. Appunto.
Questo milione e passa, se Gastone sorpassa al fotofinish Paperino e si presenta a riscuotere entro il 29 giugno, rischia di restare nelle casse del ministero delle Finanze. Perché in Italia non c’è nemmeno questa soddisfazione: che, come accade in Gran Bretagna, le somme non riscosse vadano in beneficenza. No, da noi il banco vince anche quando perde. Uff.
Ma come, tutta la vita ad aspettare il treno della fortuna e quando passa tu non sei nemmeno al binario pur avendo acquistato e obliterato regolare titolo di viaggio. Roba da film. Un po’ da ridere un po’ no.
Come sarà andata?
Ipotesi numero 1: il Gasto-Paperino non sa di aver vinto. Il biglietto destinato a cambiargli la vita giace sereno nella tasca di qualche giacca di mezza stagione indossata in quel 30 aprile che in Brianza tirava una certa «giannetta». Riemergerà magari a ottobre, quando la prima brezza autunnale richiederà l’uso dello stesso capo nelle cui tasche finirà una mano noncurante che estrarrà il biglietto. Il proprietario dira: «Ohibò». Forse commenterà: «Magari avevo vinto». Ma naturalmente non ci crederà. Dimenticherà il tutto. Meglio per lui. In fondo più Gastone che Paperino.
Ipotesi numero 2: lo sfigatissimo fortunato sa bene di aver vinto. Ma quel biglietto ora non vuol proprio saltar fuori. Borse, giacche, cassetti, le tasche di cui sopra sono state tutte perlustrate a lungo. I figli bambini sottoposti a terzi gradi che nemmeno a Pyongyang, i barattoli con il caffè decaffeinati, quelli del sale grosso e fino desalinizzato. Nulla. Questo è Paperino puro, Gastone sta lì che se la ride della grossa.
Ipotesi numero 3: il vincitore ama la suspence e si presenterà con il timer quasi allo zero all’incasso, fischiettando. Gastone puro. Ma troverà la tabaccheria chiusa per lutto, oppure tamponerà con l’auto. Paperino mon amour.
Ipotesi 4: il vincitore è morto, o meglio ha vinto al Win for Death. Oppure si è fatto frate e non è da francescani ritirare un premio così grosso. Oppure è Papa Francesco.
E comunque, se il vincitore dovesse scoprire di esserlo grazie a questo articolo, si ricordi del suo estensore. Banconote di piccolo taglio, grazie.