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 2015  giugno 26 Venerdì calendario

De Magistris resta in carica. Il Tribunale di Napoli salva il sindaco: salta la sospensione fino alla decisione della Consulta in ottobre. Si va invece verso il decreto per Vincenzo De Luca. Possibile già oggi in Consiglio dei ministri la norma per sospendere il governatore della Campania dopo la giunta

Resta in carica Luigi De Magistris, almeno fino alla fine di ottobre, quando la Corte Costituzionale si pronuncerà sulla legittimità della cosiddetta legge sulla decadenza. Il Tribunale di Napoli ha scelto di attendere e confermare la decisione del Tar, che lo scorso 30 ottobre aveva “congelato” il decreto di sospensione di De Magistris dalla carica di sindaco. Un provvedimento firmato dal prefetto di Napoli che, dopo la condanna in primo grado, aveva”temporaneamente sollevato” De Magistris dall’incarico, come previsto dal decreto legislativo del 2012. Una sospensione temporaneamente”sospesa”, perché contestualmente i giudici amministrativi, poi dichiarati incompetenti dalla Cassazione, si erano rivolti alla Consulta, ponendo quesiti sulla legittimità della legge. E adesso il Tribunale accoglie il ricorso del sindaco di Napoli, che chiedeva al nuovo giudice di attendere. L’ordinanza non avrà, però, alcun effetto sul caso De Luca che agita il governo. Non è ancora chiaro se oggi in consiglio dei ministri sarà presentato il decreto per mettere a posto la situazione in Campania, dove il presidente, appena eletto, risulta condannato in primo grado per abuso d’ufficio e dovrebbe essere sospeso esattamente come De Magistris.
L’ORDINANZA
Decide di non pronunciarsi il Tribunale di Napoli in merito alla posizione di De Magistris, sostenendo che su una questione ereditata e già esaminata dai giudici amministrativi non possa entrare nel merito. E così il sindaco di Napoli ottiene la sospensione del provvedimento prefettizio, che congelava il suo incarico. Si legge nel provvedimento: «Nel processo la rilevanza e la non manifesta infondatezza della questione di costituzionalità era già stata affermata e il giudice della cautela, pur a seguito della translatio iudicii, non può compiere una diversa valutazione». La seconda sezione del Tribunale conclude: «In sostanza quindi, in punto di fumus boni iuris non può essere richiesto allo stesso giudice una rivalutazione quanto alle argomentazioni sollevate in precedenza e riproposte oggi di una questione, quella della legittimità costituzionale, già ampiamente valutata sì da dedurre a sollevare l’incidente di costituzionalità». Le parti vengono così convocate per la decisione il prossimo 23 ottobre, tre giorni dopo che la Corte costituzionale si sarà pronunciata sulla legittimità della legge Severino. Una decisione che, ovviamente, soddisfa il sindaco di Napoli: «Abbiamo fatto giurisprudenza», ma De Magistris ci tiene a precisare: «Quanto sucesso oggi riguarda solo la mia vicenda, i procedimenti sono sempre ad personam tra me e De Luca ci sono punti di contatto ma il contesto è profondamente diverso, oltre alle storie personali e politiche».
IL DECRETO
È ancora sospesa la presentazione del decreto per sistemare la questione in Campania. Perché anche il parere dell’Avvocatura dello Stato, di cui Renzi si è dotato per avere una sponda e salvare il”suo” candidato con un decreto ad hoc, non consente ampi margini di manovra. Il «rischio paralisi» a cui fa riferimento l’Avvocato generale, che sollecita un «intervento normativo, che risolva il dubbio interpretativo, anche considerando la necessità di contemperare e bilanciare più precetti costituzionali compito che spetta al legislatore e non può essere demandato all’interprete», non significa un intervento che legittimi le scelte dell’amministratore interdetto. Il decreto insomma era stato concepito per consentire a De Luca di nominare un vice prima della sospensione e governare la Regione attraverso un”suo” uomo. Un intervento ad personam, funzionale al”caso” Campania, che potrebbe non vedere mai la conversione, ma sarebbe oggetto di feroci polemiche. I termini del parere dell’Avvocatura, però, sono assai generali e, come sottolinea l’avvocato Gianluigi Pellegrino, il legale che ha presentato il ricorso in Cassazione sulla legittimità della pronuncia del Tar in merito alla vicenda De Magistris, non consentono di convalidare le scelte di un «interdetto per legge come De Luca». L’avvocatura precisa che serve una legge che «garantisca con tempestività l’esercizio delle funzioni sostitutive per l’ipotesi di sospensione del presidente», ma bisognerebbe indicare un criterio generale, come il più anziano degli eletti oppure colui che abbia ricevuto più voti. Non è ancora chiaro cosa deciderà di fare il premier, ma il decreto potrebbe anche essere uno strumento per modificare, in sede di conversione, la legge sulla decadenza. Un’ipotesi che chiarisce le parole pronunciate dal ministro dell’Interno Angelino Alfano che ieri è tornato a esprimere dubbi su alcuni effetti della legge.