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 2015  giugno 09 Martedì calendario

Maroni toglie i soldi della Regione ai sindaci che accettano i migranti e Renzi dà un premio a chi li accoglie. Salvini vuole occupare le prefetture, Cantone annuncia il commissariamento del Cara di Mineo e i vescovi della Cei si indignano: «Chiudere le porte ai profughi indebolisce la credibilità dell’Italia in Europa». È guerra aperta in Italia per l’emergenza migranti

Incentivi, anche nel patto di Stabilità, ai Comuni che accolgono i migranti. Matteo Renzi affronta così la ribellione dei governatori che hanno detto di «no» a nuovi arrivi. A partire da quello lombardo, Roberto Maroni, che però insiste: i fondi ai Comuni della Lombardia che si rendessero disponibili ad accogliere nuovi profughi saranno tagliati. «Quelli della Regione decido io dove metterli, se dico che si può fare, lo faccio». Zaia sventola la decisione unanime del Veneto: «Abbiamo già dato, non c’è più posto». 
Il giorno dopo quella che sembrava una provocazione, il fronte del «no», Lombardia, Veneto, cui sembra aggiungersi la Liguria, s’irrigidisce. Il neogovernatore Toti sta studiando «politiche che siano incentivanti e disincentivanti. Sarà la prima cosa che faremo». Quanto a Salvini, non è nuovo a dichiarazioni forti come questa: «Siamo pronti a bloccare le prefetture. Anzi, già da sabato organizzeremo presìdi». 
La guerra di nervi, dunque, continua. Ma dal G7 in Baviera Renzi non cede terreno, anche se vuole dimostrare a tutti di poter mantenere il controllo. «La situazione è difficile ma non apocalittica. Inviterei i governatori delle Regioni a recuperare il buon senso. La polemica italiana è comprensibile solo per chi non ricordi cosa è accaduto in questi anni: il “facciamo tutto da soli”, “non chiediamo aiuto all’Europa”, è figlia delle scelte del governo precedente». 
In questo momento, secondo il premier, si deve andare ben oltre, fino a promettere «incentivi, anche nel patto di Stabilità, a quei Comuni che ci danno una mano nel gestire l’accoglienza dei migranti». A Maroni ricorda che «è facile dire occupiamo le prefetture». Ora serve risolvere «i guai combinati dagli stessi che oggi stanno urlando». Alla Ue chiede di più: «Bisogna prendere atto che la situazione così com’è non va, ci siamo dati una tempistica da qui al Consiglio europeo e cercheremo di portare a casa risultati». 
La proposta della Commissione Ue distribuire in Europa, in due anni, 24 mila immigrati eritrei o siriani che si trovano in Italia, per il presidente del Consiglio «non è un piano sufficiente». Ieri sono arrivati in Italia altri 1.750 profughi, cui si aggiungono i quasi 6 mila tra sabato e domenica. A Roma c’era Dimitris Avramopoulos, commissario Ue per le migrazioni, che, incontrando Alfano, ha assicurato: «L’Italia non è sola, la Commissione europea sarà qui per sostenerla». E Alfano? Dice che farà esattamente «quello che ha fatto Maroni. La Lega ha retto il Viminale a lungo e se voleva cancellare le prefetture ha avuto oltre mille giorni di tempo per farlo». Occupare le prefetture? «Faccia pure Salvini, io mi occupo dei problemi». «È evidente che un presidente di Regione non può bloccare l’attività di una prefettura», interviene Raffaele Cantone dell’Autorità nazionale anticorruzione, annunciando il commissariamento del Cara di Mineo. Indignati i vescovi della Cei: «Chiudere le porte ai migranti indebolisce la credibilità dell’Italia in Europa». Ma soprattutto: «È una reazione vergognosa».