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 2015  maggio 29 Venerdì calendario

Tra Silvio e Matteo volano le accuse. In un’intervista doppia di Nicola Porro a Virus se ne sono dette di tutti i colori. Renzi gli ha dato del «biglietto scaduto» mentre l’ex Cav. ha ribadito che «il Premier non è stato eletto da nessuno e la sua maggioranza di governo è illegittima perché il Parlamento è stato eletto con una legge elettorale bocciata dalla Consulta»

Non è un faccia a faccia, ma quasi. E non è un duello televisivo all’insegna del buonismo o del vecchio spirito del nazareno. Silvio Berlusconi e Matteo Renzi si attaccano, nella doppia intervista che ha fatto loro Nicola Porro ieri sera a Virus, su RaiDue, e del resto in campagna elettorale si fa così. Il leader di Forza Italia: «Renzi non è stato eletto da nessuno e la sua maggioranza di governo è illegittima perchè il Parlamento è stato eletto con una legge elettorale bocciata dalla Consulta». E Berlusconi che cos’è, agli occhi di Renzi? «È un biglietto scaduto». Non c’è aria di Nazareno, appunto, ma mai dire mai e dopo le Regionali si vedrà. Anche perchè, a domanda secca di Porro («Può ricominciare il Nazareno?»), Berlusconi non risponde «no e poi no», ma replica così: «Non lo so».
PROFILI
L’ex Cavaliere si dà un profilo molto international. Sembra appassionato soprattutto quando parla di politica estera. Esempio: «Gheddafi mi regalò tre cammelli, ma ancora li devo andare a prendere all’ufficio postale di Tripoli». O ancora: «Putin oggi, tra i leader mondiali, è il numero uno». Insieme, Silvio 2015 rispolvera il format ’94 davanti alle telecamere. «Meno tasse, meno tasse, meno tasse: questa la nostra ricetta. Ha funzionato sempre». E ancora: «La prima tassa che taglierei è quella sulla casa. Le conseguenze delle imposte sulla casa sono queste: 55.000 posti di lavoro persi nell’edilizia e nell’indotto e diminuzione del valore delle case almeno del 30 per cento. Ciò significa che le famiglie, a causa delle tasse sulla casa di questo e dei governi precedenti, sono diventate più povere». Lui è sempre lui: «Sono garantista e non dico una parola contro De Luca. Dirò se è impresentabile oppure no, solo quando sarà finito il suo iter processuale».
Anche Renzi insiste sulla questione fiscale. E così replica alle critiche berlusconiane: «Dobbiamo cambiare la testa a Equitalia, all’Agenzia delle Entrate: il fisco non deve essere il nemico del cittadino ma con un meccanismo di semplificazione l’agenzia delle Entrate deve diventare il grande consulente delle aziende». E ancora: «Il governo sta lavorando perchè gli appuntamenti fiscali arrivino direttamente sul telefonino». E sull’economia, il premier fa notare: «Il tasso di crescita è tornato positivo ma certo non è una rondine che fa primavera». Poi: «Abbiamo a che fare con limiti europei molto stringenti, che noi abbiamo accettato ma che sono particolarmente difficili in un Paese come l’Italia». Anche a causa del pansindacalismo. «Cgil, Cisl e Uil decidano che cosa fare ma, come abbiamo ridotto il numero dei politici con il superamento delle province e la riforma costituzionale, è normale che in Italia il numero dei sindacalisti sia il più alto del mondo? Il sindacato unitario in Germania funziona». Se il confronto con Berlusconi fosse stato diretto, l’ex Cavaliere avrebbe applaudito a questo passaggio sui sindacati. Così come Renzi avrebbe applaudito Berlusconi quando ha detto: «Salvini parla con efficacia alla pancia degli italiani. Ma i voti sufficienti per governare non li avrà mai». E ancora: «Renzi toglie a Forza Italia, secondo un sondaggio, soltanto 300.000 voti».
E riecco Renzi. Sulle Regionali: «La Liguria è una delle regioni più incerte. A causa della sinistra estremista che vuole far perdere il Pd». Su Berlusconi: «È stato 10 anni al governo e non ha fatto niente. Lui è il passato, non il futuro. Parla ancora dei comunisti e ripete sempre le stesse cose sui magistrati. Un milione di posti di lavoro? Sì, Berlusconi l’impegno lo ha mantenuto ma al contrario: un milione di posti di lavoro in meno».
IL VOTO
Sulle consultazioni di domenica prossima, Renzi appare tutt’altro che tranquillo. E non solo per la Liguria. I super-complimenti («Governerà la Campania in maniera straordinaria») che riserva a De Luca, su cui il premier-segretario è sempre stato freddino, sono una spia. Un’altra è la continua insistenza polemica contro la sinistra-sinistra: «Per orientarsi su tutti i movimenti di Civati, di Landini, serve il tom tom».