Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2015  maggio 28 Giovedì calendario

Oggi è il D-Day per il Parma Calcio, il club fallito a inizio anno. Ultimo giorno di asta per trovare un compratore: si parte da una base, dopo quattro ribassi, di 6 milioni di euro. Le altre aste sono andate deserte. Ma quanto vale davvero la squadra di Donadoni? Facciamo due conti

Oggi è il D-Day per il Parma Calcio, il club fallito a inizio anno. Ultimo giorno di asta per trovare un «cavaliere bianco»: si parte da una base, dopo quattro ribassi, di 6 milioni di euro per l’ex «Parma delle Meraviglie» (8 coppe, 3 europee, in bacheca). Le altre aste sono andate deserte.
Ma quanto vale davvero la squadra che lo scorso ha rischiato di compromettere tutta la Serie A con un crack a metà campionato? 20-25 milioni, secondo la perizia incaricata dal curatore Alberto Guiotto che Il Sole 24 Ore ha potuto visionare. Prezzi da saldi per la fucina di campioni, come i due campioni del mondo Gigi Buffon (portiere di Nazionale e Juventus) e Fabio Cannavaro (oggi allenatore del club cinese Guangzhou Evergrande). Negli ultimi tre anni, il Parma ha fatturato in media 45 milioni l’anno: quasi tutto (il 73%) viene dai diritti tv, quindi dipendono dalla potente InFront. Ma nemmeno il sostegno del dominus del calcio italiano è riuscito a tenere in piedi il conto economico: ogni anno la società ha perso attorno ai 10 milioni. Colpa degli ammortamenti sui giocatori (il costo dei tesserati supera i 40 milioni). Spunta anche una sorta di «giallo» sul marchio: nel 2012-2013 il Parma, allora di proprietà di Tommaso Ghirardi, lo trasferisce a una società a parte, Parma Brand, sempre di Ghirardi. Valore 28 milioni: solo 5 anni prima, sotto la gestione Enrico Bondi, valeva appena 12 milioni. L’auto-passaggio (tanto che l’anno dopo Parma Brand viene riportata dentro il gruppo) regala una plusvalenza notevole.
Il club ogni domenica riempie più di metà stadio (60% di «load factor»), con 24mila tifosi, percentuale che altre piazze ben più numerose e prestigiose neppure si sognano. Il prezzo è davvero stracciato, ma ci sono circa 25 milioni di debiti da accollarsi. Le ultime indiscrezioni davano in pista il «re del caffè» Massimo Zanetti, ma lui ha smentito seccamente. Per il Parma Calcio è la seconda bancarotta in dieci anni: la prima, nel 2004, travolta dal crack della Parmalat di Calisto Tanzi. Si salvò tre anni dopo. Come finirà l’asta di oggi?