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 2015  maggio 26 Martedì calendario

Se perdi ti prendo. C’è un calcio un po’ alla rovescia che sta portando allenatori ora perdenti nei posti migliori del mondo: da Klopp a Benitez

C’è un calcio un po’ alla rovescia che sta portando allenatori ora perdenti nei posti migliori del mondo. Il riassunto più esplicito è il Barcellona. Il suo tecnico ha vinto tutto ed è in finale di Champions, ma difficilmente verrà confermato. Al suo posto il tedesco Klopp, ex Borussia Dortmund. Ancelotti è già fuori dal Real a vantaggio di Benitez, che pochi vorrebbero ancora al Napoli. È un lungo elenco di anomalie dovute a due fattori abbastanza ciclici.
   Il primo sta nella difficoltà attuale di trovare giocatori superiori. Il calcio è in continuo miglioramento medio, ma questo miglioramento rende molto più complesso per i singoli diventare decisivi. Sono tutti più bravi, ma quasi nessuno fa più la differenza. Il prototipo europeo oggi sono giocatori come Marchisio, Diego Alcantara, Modric, Kondoumbia, Gundhalan, giocatori di gamma alta ma sempre di gamma. Sono i mediani di un tempo che oggi fanno qualità e riescono a prendere a volte anche il posto di quelli alla Pirlo.
   Questa intercambiabilità tra i migliori, questa piccola banalizzazione del campione, ha portato a dare di nuovo importanza all’allenatore. Si chiede a lui una differenza che i giocatori fanno fatica a produrre. Ma i tecnici di questo livello sono pochi mentre sono aumentate le grandi squadre con l’arrivo degli sceicchi e degli oligarchi russi. Così, mancando fisicamente il numero, diventa fatale riciclare anche seconde buone scelte. Meglio loro che la noia di continuare un esperimento ormai esausto.    C’è anche un piccolo problema economico: cambiare l’allenatore vincente costa infinitamente meno che accontentarlo nel suo nuovo mercato. Chi ha vinto ha il diritto di pretendere, ma oggi i soldi sono il privilegio di nessuno. Aiutarsi con un tecnico già grato di essere stato scelto fa a volte,
per un presidente, differenze estremamente godibili.