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 2015  maggio 26 Martedì calendario

Il grande flop dell’ebook scolastico. Il governo impone di nuovo alle scuole la produzione di libri elettronici accanto ai cartacei. Ma la mancanza del wi-fi impedisce di scaricare i testi. Giunti: «Alla fine è un atto demagogico»

Il passaggio dal libro all’ebook è paragonabile alla transizione dagli incunaboli al libro stampato.
Nel giro di poche generazioni è probabile che la carta sparirà, proprio come sono spariti gli incunaboli, di cui nessuno più sente la mancanza. Nel momento del passaggio, tanto all’epoca di Johannes Gutenberg quanto oggi, i detrattori della nuova tecnologia erano molti. «Niente più profumo della carta» è l’adagio comune. Intanto editori e rivenditori di libri discutono se l’ebook non possa semplicemente affiancare il libro cartaceo. Avere due strumenti invece che uno non può che essere pratico e utile ed economicamente vantaggioso. Sempre di leggere (e vendere) storie si tratta.
Stesso ragionamento è stato fatto per la scuola italiana. Come non essere favorevoli agli ebook scolastici, pensando – solo per fare un esempio – alle cartelle da 20 chili che bambini e ragazzi sono costretti a portarsi dietro ogni giorno? Basterebbe un tablet da poche centinaia di grammi per contenere tonnellate di carta. Ma non solo: vuoi mettere le potenzialità di un libro digitale? Cartine interattive, video, possibilità di interagire. L’immagine, da sogno, aveva convinto persino il ministro Maria Chiara Carrozza del governo Letta, che infatti due anni fa approvò un decreto che stabiliva il passaggio obbligatorio per tutte le scuole da libri scolastici di carta a quelli digitali. Impostazione che è stata confermata anche dal ministro Stefania Giannini e dalla riforma sulla «buona scuola» voluta dal governo Renzi. Ma non è tutto oro quel che luccica.
Come ha raccontato con dovizia di particolari il responsabile del dipartimento digitale di Giunti (uno dei maggiori gruppi italiani di libri per ragazzi), Alessandro Campi, durante un dibattito al salone del Libro di Torino che ha suscitato polemiche nel mondo editoriale. «Siamo stati costretti, proprio dalla legge Carrozza, a produrre libri scolastici anche digitali» sostiene Campi «una grande e interessante opportunità sia per il mondo dell’editoria sia per gli insegnanti. Se non fosse che poi nelle scuole pubbliche, molto spesso, non c’è la connessione wifi. Allora che senso ha?».
Il messaggio di Campi è molto semplice: «Noi, così come altri editori, su stimolo del governo, abbiamo prodotto libri digitali di ottima qualità. Con tutte le caratteristiche di interattività che venivano richieste, e non semplici pdf copia incolla del cartaceo. Ma posso dire che i download di queste versioni digitali, sia da parte degli insegnanti sia da parte delle famiglie, sono stati molto deludenti». I numeri non sono stati resi disponibili «per una questione di riservatezza». Però, certo, la polemica non manca: «Quel che va detto è che il libro digitale, nella scuola, non può essere il punto di partenza, ma deve essere il punto di arrivo di un percorso» che parte dalla formazione degli insegnanti all’uso di strumenti diversi, ma soprattutto all’infrastrutturazione delle scuole con computer e wifi. Altrimenti resteranno solo casi isolati di scuole virtuose, mentre la massa degli altri istituti va avanti a fatica. Ad oggi – secondo i dati di Agendigitale.eu – solo il 10% delle scuole primarie e il 23% delle secondarie sono connesse a Internet con rete veloce. Ma, ancora peggio, solo il 46% delle scuole ha una connessione a Internet contro il 100% di Gran Bretagna e Paesi Scandinavi.
«L’idea di imporre in pochi anni un passaggio drastico dal libro scolastico cartaceo a quello digitale, all’atto pratico, suona semplicemente di operazione demagogica da parte del governo» conclude il manager di Giunti. Il quale ci tiene a precisare: «Noi siamo favorevoli alla conversione in digitale, però gli investimenti fatti dagli editori non sono stati certo ripagati dal mercato».
Secondo l’uffico studi Aie (associazione italiana editori), già nel 2014 (e il trend si sta consolidando anche nel 2015), la produzione di libri di carta è in calo mentre è in aumento quella di ebook. I titoli cartacei prodotti nel 2014 sono stati 63417, il 5,1% in meno rispetto al 2012. Gli ebook, invece, sono arrivati a 53739, l’88,4% in più rispetto al 2012. «Siamo entrati in una nuova fase» conferma il responsabile di Aie Giovanni Peresson «non è in crisi il libro, ma il modello. Siamo di fronte a un radicale cambiamento del mix, e innovazione e digitale sono le parole chiave».