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 2015  maggio 26 Martedì calendario

Lo Ior, la banca vaticana, ha chiuso il 2014 con un utile netto di 69,3 milioni di euro, dopo un pesante calo registrato l’anno precedente. Non solo. L’operazione pulizia di conti sospetti o non pertinenti ai criteri stabiliti è stata reale. In totale sono 4.614 i conti spazzati via

Il Papa dei poveri, dallo stile francescano, quello che predica ogni giorno contro le ricchezze non condivise «visto che generano solo corruzione», come ha messo in guardia anche ieri mattina nella messa a Santa Marta, a due anni dall’annuncio di bonificare lo Ior, festeggia i primi risultati positivi. E che risultati. Il bilancio della banca, dopo un pesante calo di utili registrato l’anno scorso, ha chiuso il 2014 con un utile netto di 69,3 milioni di euro. Denaro che servirà a finanziare progetti umanitari, fanno sapere al di là del Tevere. Non solo. L’operazione pulizia di conti sospetti o non pertinenti ai criteri stabiliti (per essere titolari bisogna essere dipendenti, ambasciatori accreditati, ecclesiastici o enti religiosi collegati alla Santa Sede) sono stati chiusi. In totale sono 4.614 i conti spazzati via. Il Rapporto annuale appena pubblicato rivendica, inoltre, l’adeguamento dell’Istituto alle nuove normative vaticane in materia di trasparenza finanziaria, nonché al «grande impegno» profuso «nell’affrontare gli illeciti» del passato.
OBIETTIVI
«Il miglioramento del risultato è imputabile essenzialmente all’andamento del risultato da negoziazione titoli e alla diminuzione dei costi operativi di natura straordinaria» spiegano i manager. L’anno scorso lo Ior – guidato fino al 9 luglio da von Freyberg e ora da De Franssu – aveva avuto un utile netto di ’soli’ di 2,9 milioni di euro, praticamente 83 milioni in meno rispetto al 2012. Secondo quanto illustrato, al 31 dicembre 2014 il patrimonio netto dello Ior era pari a 695 milioni di euro (720 nel 2013). De Franssu ha portato a termine i lavori già iniziati, specialmente sul fronte dell’antiriciclaggio e del monitoraggio degli utenti. Una missione vicolante. Inoltre sono state rinnovate e rafforzate le interazioni con le autorità fiscali «nel mondo al fine di porre termine all’uso improprio che è stato fatto dell’Istituto in passato». Come dire che l’era Marcinkus si può considerare archiviata.
GESTIONE
Il cammino di pulizia non è finito. Il presidente del Consiglio di sovrintendenza puntualizza che «il piano di trasformazione dell’Istituto» che è «ancora in corso». Il che significa «rendere meno rischiose le attività svolte» poiché «un’utenza insoddisfatta potrebbe rivolgersi altrove, limitando così la capacità dello Ior di contribuire alle finanze della Santa Sede». Tanti ordini religiosi titolari di conti correnti sostanziosi hanno espresso il desiderio di «sviluppare soluzioni di risparmio gestito, in luogo dell’offerta di semplici depositi».