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 2015  maggio 25 Lunedì calendario

E l’Italia pensa ai 4.000 emendamenti sulle unioni civili. Il 3 giugno Monica Cirinnà chiederà alla commissione giustizia del Senato una seduta urgentissima. Ma se il governo volesse davvero accelerare, si potrebbe fare come per l’Italicum, andando in aula senza aver finito la discussione

Per il governo, sui diritti civili alle coppie gay l’alleanza con l’Ncd non è un problema numerico, ma un problema politico. Perché Angelino Alfano lo ha ripetuto ancora ieri: «Sì al riconoscimento dei diritti delle persone, no alla equiparazione al matrimonio, no alla reversibilità della pensione, no alle adozioni dei figli». Che è un po’ come dire no a molto di quel che c’è dentro al testo di legge all’esame della commissione Giustizia del Senato. Un testo sul quale Matteo Renzi vorrebbe il sì di Palazzo Madama entro l’estate («Dopo le elezioni riparta il dibattito», ha chiesto ieri il ministro delle Riforme Maria Elena Boschi). E per difendere il quale sono già stati preparati i volantini del Nazareno, con scritto che non è vero che è anticostituzionale, o che consentirà le adozioni agli omosessuali, o la pratica dell’utero in affitto.
Problema politico, quindi, ed è per questo che il centro della discussione è stato fatto slittare a dopo le regionali (dove si pensa che il partito di Alfano verrà penalizzato). Quanto ai numeri, l’apertura di Silvio Berlusconi ieri a Che tempo che faè solo l’ultimo dei segnali di una possibile convergenza di Forza Italia. Sel è già data per acquisita. E anche per il M5S sarà difficile continuare a sostenere che la legge è un traguardo minimo. Perché, a parte la possibilità di adottare minori abbandonati, dentro c’è tutto: «I diritti e i doveri reciproci sono identici – spiega il sottosegretario alle Riforme Ivan Scalfarotto – c’è la reversibilità della pensione, chi è unito civilmente diventa il parente più prossimo, l’erede legittimo, e potrà adottare il figlio del partner». Il modello è quello anglosassone delle stepchild adoption, che non piace ai più conservatori ma che – spiega la relatrice della legge, la senatrice pd Monica Cirinnà – «non fa che sancire quello che i nostri tribunali decidono ogni giorno, perché altrimenti, in caso di morte del genitore, un bambino cresciuto in una famiglia omosessuale rimarrebbe solo e sarebbe adottabile». I divieti di inseminazione eterologa e utero in affitto, però, rimangono fermi. «Chi li tira fuori vuole solo fare fumo per ragioni ideologiche», lamenta la relatrice. E non sarebbe la prima volta. «Su tutti i diritti civili questo Paese ha avuto un fermo per più di vent’anni – ricorda Emma Bonino – sono cose ormai mature nell’opinione pubblica. La classe politica invece resiste sempre».
E quindi, il 3 giugno Monica Cirinnà chiederà alla commissione giustizia del Senato convocata per quel giorno una seduta urgentissima per i pareri sugli emendamenti (più di 4000, molti dei quali scritti da Lucio Malan e Carlo Giovanardi). Ma se l’ostruzionismo in commissione non fosse evitabile, e il governo volesse davvero accelerare, si potrebbe fare come per l’Italicum, andando in aula senza aver finito la discussione. Nel mondo cattolico le associazioni più oltranziste si sono già mobilitate a difesa della famiglia naturale. Anche se, spiegano in ambienti governativi, la parte che preoccupa di più la Chiesa è quella che riguarda le convivenze. Nel testo di legge infatti, oltre alle unioni civili per gli omosessuali si regolamentano le convivenze degli eterosessuali, con una serie limitata di diritti e doveri che potrebbe “fare concorrenza” al matrimonio tout court.