la Repubblica, 8 maggio 2015
«I Comuni facciano lavorare i migranti. Gratis». Scoppia così la bufera su Angelino Alfano. Un’affermazione che costa cara al ministro dell’Interno che riceve critiche sia da destra che da sinistra. C’è chi gli dà dello schiavista ma anche chi spera che sia solo una boutade
«Invece di farli stare lì a fare nulla, i Comuni facciano lavorare i migranti. Gratis». È bufera sul ministro dell’Interno, Angelino Alfano, per aver invitato gli enti locali – incontrati ieri al Viminale in una conferenza sull’immigrazione – a coinvolgere nei lavori socialmente utili anche agli stranieri in attesa di ottenere lo status di richiedenti asilo. Durante l’incontro Stato-territorio, Viminale e Anci hanno deciso di fare un grande progetto per trovare nuova accoglienza agli stranieri. Ma dall’opposizione, Fi e Lega (alleati di Alfano durante i governi Berlusconi), hanno attaccato il titolare del Viminale: «Schiavista». Critiche, ma con toni diversi, arrivano anche dalla sinistra e dall’associazionismo cattolico proprio il giorno in cui la Marina Militare, con un sommergibile, ha trovato sul fondo del mare il barcone del naufragio del 18 aprile che trasportava 750 migranti. Si trova a trecento metri di profondità e le immagini diffuse dalla Marina confermano l’esistenza dei decine di cadaveri intrappolati. Su una fiancata del relitto si intravederebbero i segni della collisione con la King Jacob. «Alfano riscopre lo schiavismo. Lavoro gratis agli immigrati uguale a più disoccupazione per gli italiani», twitta, caustica, la forzista Daniela Santanchè. Sulla stessa linea il segretario leghista. «Non ho parole – commenta Matteo Salvini – Alfano da scafista a schiavista. Il ministro dell’Interno sarebbe pagato per impedire che sbarchino i migranti, non per sfruttarli!». «Non esiste l’ipotesi che possano lavorare gratis, qui proprio non devono venire», taglia corto il governatore della Lombardia, Roberto Maroni, che quando era titolare del Viminale aveva proposto i “respingimenti” in mare, politica poi condannata dall’Ue. «Mancano i soldi – tuona Maroni – e da noi non ne devono più mandare perché la Lombardia ha superato già la soglia del 10 per cento». «Alfano – aggiunge – non ha coinvolto le Regioni nella gestione dei migranti, decidono tutto i prefetti, neanche i Comuni. E molti sindaci sono contrari. Stiamo assistendo a una nuova forma di schiavismo». Dalel Veneto arriva «un no assoluto, perché – ha detto il governatore Luca Zaia – abbiamo già dato».
«Speriamo sia solo una boutade elettorale – commenta Gianni Bottalico, presidente Acli – altrimenti è una affermazione gravissima, non si saltano le norme che regolano il lavoro». Prendono le distanze da Alfano anche dal centrosinistra. «I lavori socialmente utili costituiscono un percorso di integrazione importante per i richiedenti asilo – dichiara Gennaro Migliore, presidente della commissione d’inchiesta sui Migranti – Alfano indica una pratica da applicare, ma deve essere chiaro che i migranti non possono esse utilizzati come manovalanza gratuita, al loro lavoro deve essere data dignità».
Dal Viminale è arrivata in serata una precisazione. «Alfano ha fatto riferimento a una circolare già in vigore del Dipartimento Immigrazione». «Da un anno – spiega il capo dipartimento, Mario Morcone – abbiamo chiesto ai Comuni di invitare i migranti a partecipare a progetti di integrazione, solo su base volontaria, in assistenza anziani, in attività ambientali o di riqualificazione del territorio. A Bergamo è già stato fatto un progetto pilota che ha funzionato benissimo». Attualmente l’Italia ha in carico 85mila persone. «Rinforzeremo i centri che devono rilasciare lo status di rifugiati», assicurano al Viminale. Ma dove saranno accolte le altre decine di migliaia che stanno salpando dalla Libia? Il governo libico di Tripoli ha deciso di pattugliare con uomini armati i punti da cui partono gli immigrati clandestini che salpano verso l’Italia. Ma molti governatori, come quello uscente della Toscana, Enrico Rossi, sono «contrari a tendopoli e a concentrazioni e a caserme per accogliere i profughi». «L’anno scorso abbiamo deciso che tutti, Regioni e Comuni, devono partecipare all’accoglienza – chiarisce Morcone – man mano che avremo bisogno di posti, li chiederemo agli enti locali. E ce li devono dare».