Il Sole 24 Ore, 7 maggio 2015
Se il bel calcio si fa con l’organizzazione
E se non fosse vero che occorrono i fantastiliardi per avere successo anche nel calcio? Certo, la comodità di disporre di un congruo pacchetto di milioni da spendere sul mercato si fa sentire a tutte le latitudini; eppure il caso della Juventus senza avversari in Italia e capace di dare scacco al Real (auguri per il ritorno) in Champions (e comunque vada essere tra le prime quattro in Europa) o, in piccolo, quello del Carpi che approda in Serie A, sono, forse, la testimonianza più evidente che ancora prima della disponibilità illimitata è l’intelligente gestione delle risorse ad essere la più certa garanzia di successo. Stadio tirato a lucido e sempre pieno, cambio di allenatore in corsa (scommessa vinta), calciatori presi da illustri sconosciuti e resi il più appetibile campione futuro (Pogba): la Juventus,come la grinta vincente e il tremendismo dell’anno scorso dell’Atletico Madrid, sono dei moniti anche per società come Inter e Milan che cercano, con mecenati internazionali, il riscatto. E se anzi che il bomber l’acquisto più indovinato fosse un ottimo amministratore delegato?