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 2015  maggio 07 Giovedì calendario

Tra Italia e Ue il giallo della Xylella in Liguria. La Commissione avverte: caso sospetto in un’azienda della Riviera. Ma il ministero è ottimista, oggi i risultati delle analisi di laboratorio

La Commissione Ue conferma. È arrivata «la notifica da parte delle autorità italiane d’un caso isolato, e senza sintomi, di un ulivo potenzialmente infetto da Xylella fastidiosa in un “garden center” ligure». Le fonti europee sottolineano il «potenzialmente», visto che l’esame del Dna della pianta è in corso da lunedì nei laboratori Cnr di Bari, gli unici autorizzati a constatare il male. Si tratterebbe di un esemplare venduto da un grossista di Pescia (Toscana) e identificato il 9 aprile nei vivai Gambetta di Pietra Ligure, in provincia di Savona. Atteso per oggi il verdetto dal ministero dell’Agricoltura che, secondo fonti concordanti, dovrebbe escludere che si tratti di Xylella, non senza qualche irritazione per la «fretta di Bruxelles». A Roma avrebbero preferito si aspettasse che il caso fosse chiarito.
Dopo l’epidemia che ha colpito gli ulivi del Salento, che in buona parte è stato necessario strappare alla terra pugliese, lo spettro della Xylella fa naturalmente paura. È un batterio che viaggia su un insetto vettore, la cicala sputacchina nella fattispecie leccese. Si insinua nelle vie in cui la linfa corre lungo il tronco e interrompe il nutrimento dell’albero, soffocandolo. È contagioso perché passa di pianta in pianta, e può colpire altre specie, forse anche la vigna. Per questo l’Ue e l’Italia hanno definito un severo piano di abbattimenti nel tacco dello Stivale. Per evitare che la peste potesse diffondersi.
Tanto basta per tenere la Liguria, e non solo, col fiato sospeso, sebbene le autorità invitino alla calma. La cronaca racconta che quasi un mese fa il servizio fitosanitario ligure ha identificato – «con modalità non ufficiali di controllo», dice un esperto – una piantina di ulivo coi potenziali sintomi della xylella. Il 13 aprile la Regione ha segnalato la questione al Ministero dell’Agricoltura, a quanto pare utilizzando la posta ordinaria e l’unica accortezza di scegliere l’invio raccomandato. Nel frattempo il virgulto è finito in quarantena (una fonte sostiene sia stato distrutto) e Roma ha informato la Commissione. Il 29 aprile. Venti giorni dopo l’accertamento del male possibile.
Il Dna del povero ulivo ha quindi preso la via di Bari per le verifiche di compatibilità del ceppo del presunto male, mentre gli ispettori regionali effettuavano oltre un centinaio di verifiche nel Vivaio Gambetta senza trovare altri casi. La risposta del Cnr di Bari arriverà in giornata. Dovrebbe essere rassicurante.
Una fonte diplomatica francese accusa l’Italia di aver ritardato il procedimento per attendere l’esito del comitato scientifico degli stati membri che la settimana scorsa si è pronunciata sulla questione pugliese. Certo è che ieri dalla Commissione sono arrivate chiamate alla nostra rappresentanza permanente presso l’Ue con inviti a una comunicazione tempestiva e trasparente. La preoccupazione è palese, anche se l’assessore all’Agricoltura della Toscana, Gianni Salvadori, giura che da lui «non ci son piante contaminate». Se però fosse confermata la presenza della Xylella, si tratterebbe di un caso autoctono delicato, visto che non vi sarebbe stato alcun contatto fra le due regioni e la Puglia. Il contagio, qui come nel Salento, potrebbe essere avvenuto attraverso una pianta importata da fuori dell’Europa.