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 2015  maggio 07 Giovedì calendario

Quei 66 deputati che non potranno mettere piede in aula per un totale di 649 giorni per la «seduta fiume» di metà febbraio. C’è chi è stato punito per aver turbato la seduta al grido di «onestà», chi per aver urlato «serva» alla Sereni, chi per aver dato dello «zerbino» a Pizzolante, ma c’è anche chi alle parole ha preferito usare le mani. I più sanzionati sono Carlo Sibilia con 24 giorni, che alle spalle della Presidente di turno «mimava gesti gravemente irriguardosi» e Gianluca Vacca con 20 giorni: «Ha tentato di aggirare lo schieramento degli assistenti per raggiungere i banchi della presidenza»

Sessantasei deputati puniti. Non potranno mettere piede alla Camera per un totale di 649 giorni a causa delle risse, parolacce, aggressioni messe in atto a metà febbraio durante la «seduta fiume» – notti e giorni – nella quale Renzi e il ministro Boschi ottennero il secondo sì alla riforma costituzionale (Senato ridotto e non elettivo, più altro). Seduta fiume immortalata sulla prima pagina del Corriere della Sera dal disegnatore Giannelli con deputate e deputati impegnati a picchiarsi e la didascalia: «Votazione per alzata di mano».
I questori della Camera, Stefano Dambruoso (Scelta civica), Paolo Fontanelli (Pd) e Gregorio Fontana (Forza Italia) hanno visionato filmati, consultato verbali e alla fine proposto all’ufficio di presidenza (che l’ha accolto) quello che pare il più massiccio sanzionamento avvenuto a Montecitorio. La parte principale è per il Movimento 5 Stelle, con 59 «puniti» su 66, per un totale di 602 giornate di «squalifica». I seguaci di Grillo dicono che «troppo spesso si usano due pesi e due misure: per la rissa provocata dai deputati del Pd sono stati comminati solo 12 giorni». Parola di Alessio Villarosa: «Sono stato espulso durante la legge di stabilità e non ho potuto partecipare alla discussione sulle banche popolari, dove ero relatore di minoranza».
Stavolta il record di sospensione spetta all’avellinese Carlo Sibilia, 24 giorni. Con molti altri scandiva le parole «Serva! Serva! Serva!» all’indirizzo della presidente di turno Marina Sereni, poi si poneva alle spalle della stessa Sereni e «mimava gesti gravemente irriguardosi (incapacità di intendere, ripetutamente, e gesto delle manette)». Segue Gianluca Vacca con 20 giorni: «Ha tentato di aggirare lo schieramento degli assistenti per raggiungere i banchi della presidenza».
E poi Alessandro Di Battista e Carla Ruocco (18 giorni), che «turbavano la seduta scandendo la parola “Onestà, onestà”!» e rifiutavano di uscire dall’aula dopo essere stati espulsi. I grillini ritengono la Ruocco una vittima. Secondo la sua collega Patrizia Terzoni, il deputato del Pd Francesco Sanna le «avrebbe dato più e più volte della donna di strada, per non dire altre parole». Sanna sostiene invece di aver usato un’espressione sarda: «Zacc’a strada», levati dalla strada. Diego De Lorenzis, sempre M5S, ha gridato alla presidente dell’assemblea: «Sei una dittatrice!».
Il leghista Paolo Grimoldi chiamò «zerbino» il deputato Sergio Pizzolante (Ncd-Udc) che aveva chiesto di continuare la seduta fino all’esame di tutti gli emendamenti. Pizzolante definì la seduta fiume «uno strumento per impedire speculazioni di bassa lega e dico lega non a caso!».
C’è inoltre la nota rissa nell’ambito della sinistra. Arturo Scotto (Sel) che fa i complimenti al Pd «per il capolavoro che avete combinato». Emiliano Minnucci, Pd, già sindaco di Anguillara Sabazia, che commenta. Gianni Farina, Sel, area Leoncavallo, che lo colpisce sulla mano destra. Intervento di Elisa Simoni, lontana cugina di Renzi, e Luigi Taranto (Pd). Simoni che cade, Minnucci che colpisce Farina due volte. L’ex sindacalista Fiom Airaudo che scavalca file di banchi per inveire verso Minnucci. Risultato: Minnucci sospeso per 5 giorni, Airaudo per 12. Il renziano Richetti disse ad Aldo Cazzullo sul Corriere del 14 febbraio (San Valentino) che si svolgevano duelli impari: «Farina viene dai centri sociali e se l’è presa col mite Taranto che viene dalle camere di commercio...».
Nello stesso articolo Carlo Sibilia, il più punito di ieri, diceva: «Ve li immaginate Calamandrei, Terracini, Li Causi che nell’assemblea che scrisse la Costituzione si prendevano tranquillamente a mazzate?».