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 2015  maggio 05 Martedì calendario

Silvia Sardone, è nata una stella: «È l’unica donna che racchiude in sé il leccaculismo della Biancofiore, l’aria eterea da Madonnina infilzata della Boschi, il piglio della Bernini e la sfavillante antipatia della Picierno. Lei non dice cose di destra e nemmeno di sinistra, ma semplicemente cose a caso»

Signori, è nata una stella nel firmamento del centrodestra. Un’unica donna che racchiude in sé il leccaculismo della Biancofiore, l’aria eterea da Madonnina infilzata della Boschi, il piglio della Bernini e la sfavillante antipatia della Picierno. Una donna che non dice cose di destra e nemmeno di sinistra, ma che dice semplicemente cose a caso. Una donna che è un po’ amazzone e un po’ renzina, e che di entrambe le categorie è sunto e continuità: la renzuschina Silvia Sardone.Per capire a fondo il personaggio, bisogna analizzarlo con piglio scientifico perché il suo aspetto da principessina di Frozenpotrebbe distrarre dalla sostanza. Intanto, una serie di preziose informazioni ce le fornisce il suo sito internet in confronto al quale quello di Belen Rodriguez sprizza modestia da ogni gigabyte.
In homepage leggiamo a caratteri cubitali lo strillo “Record di ascolti per Silvia Sardone in tv!”. Uno si convince che sia stata ospite della Bbc e invece si scopre che è stata dalla Gruber e che secondo una realistica ricostruzione dei fatti quella sera ha ottenuto più ascoltatori dell’allunaggio nel ’69. Poi si viene investiti da una serie di banner sul modello di “Cartomante Topazio-oracolo dell’amore”, in cui Silvia Sardone, con una serie di foto tutte diverse, ti invita a seguirla su Facebook, poi su Twitter, poi in tv a tutte le ore del giorno e della notte, mostrando una determinazione nel suo intento di non lavorare seconda solo a quella di Matteo Salvini e Emanuele Filiberto. Ma puoi seguirla anche sul suo canale Youtube, perché lei è 2.0 e in effetti, con i suoi 62 iscritti Frank Matano comincia a sentire il suo fiato sul collo, peccato che la renzuschina sul suo sito carichi video di programmi Mediaset in cui è apparsa e che Mediaset glieli rimuova perché viola il copyright. Della serie: prova a fregare pure il suo pigmalione.
Poi c’è la sezione contatti in cui la Sardone non ti fornisce solo email, sito e riferimenti social, ma anche il suo numero di cellulare, non sia mai che a Mengacci salti un ospite all’ultimo minuto e chiami la Santanchè al posto suo. Ma se pensate che tutto questo sia sufficiente per decidervi a disegnare un dito medio gigante sulla prossima scheda elettorale, non avete ancora toccato il nirvana: la sua biografia. Anche qui la prima cosa che salta all’occhio è la modestia. “Sono nata il giorno di Natale dell’82, anno in cui l’Italia vinse i mondiali”. Che uno non capisce se voglia suggerirci che lei sia il nuovo messia o che a Bearzot la formazione la suggerisse lei in fasce. Specifica anche “sono una donna come tante, vivo nella periferia anche perché non posso permettermi di abitare in nessun altro posto”, come se tutti quelli che non vivono a Rozzano o a Sesto fossero eredi diretti di Briatore. Che poi, su questa faccenda “sono una donna come tante” avrei qualcosa da ridire. La nostra Renzuschina, raccontano le cronache, ha 32 anni, è laureata in Bocconi ed è consigliere comunale da dieci, è segretario di Forza Italia a Sesto San Giovanni e prima di debuttare in tv frequentava assiduamente il circolo del Buongoverno di Dell’Utri, che poi è un po’ come dire il circolo del Buon vicinato di Rosa e Olindo.
Silvio l’ha notata tra tanti al casting di Villa Gernetto, quello in cui lui sgasava a bordo di una macchinina elettrica e gli aspiranti volti nuovi di Forza Italia gli correvano dietro come la vecchietta con lo scippatore. Pare ne sia rimasto folgorato. E in effetti, che l’abbia trovata una sua degna erede non è poi così bizzarro, visto che il volto nuovo di Forza Italia ha abitudini assai antiche. Nella sua biografia così dettagliata e impreziosita da trionfi professionali manca, caso strano, un passaggio importante: a 27 anni, grazie a una nomina politica, la Renzuschina entra nel cda e poi diventa presidente di Afol (Agenzia per la formazione del lavoro) voluta da Podestà. Nel cda dimostra lo stesso rigore di Luciana Turina in una pasticceria siciliana. Lei, che si vanta di aver studiato diritto del lavoro, nomina un direttore generale che aveva i titoli al massimo per fare il garagista al parcheggio multipiano di Malpensa, viene ascoltata in procura, dichiara di non conoscere il direttore generale e di averlo scelto per il suo commovente curriculum (che però era taroccato). A quel punto il pm tira fuori i tabulati in cui è evidente che si telefonavano anche di notte e a meno che lui non avesse un 144 e lei fosse convinta di chiamare Enzo o’ Gigolò, mi sa che si conoscevano piuttosto bene. Ma di casini in Afol il nostro volto nuovo con antiche abitudini ne ha combinati altri: si assegna una consulenza da 25 mila euro che viene denunciata dai revisori dei conti (e fa pressioni perché non venga verbalizzato il contratto), gli stessi revisori dei conti che noteranno tutta una serie di spese anomale e di bandi sospetti. Memorabile la vantaggiosissima gara (a chiamata) vinta da una ditta di mobili di Treviso che vende ad Afol una scrivania alla modica cifra di 800 euro, una sedia a 400 e una cassettiera a 500. Tra l’altro, dopo accertamenti, si scopre che i mobili costavano meno sul listino del negozio e ancora ci si interroga sul perché non siano state chiamate ditte lombarde, che so, di Lissone in cui ci sono più mobilifici che cani da compagnia, anziché trevigiane. Chi di noi del resto non sa che i prodotti tipici trevigiani sono il risotto, il vino e le cassettiere.
Non contenta, fa assumere il suo migliore amico a livello D1 (livello alto) il quale, anche lui qualificatissimo, vanta una laurea triennale in enologia e se lo piazza accanto come assistente tuttofare: le fa da autista con l’auto aziendale e da babysitter a suo figlio neonato che lei porta regolarmente in ufficio. Morale: la procura si sta ancora occupando dei buchi in Afol sotto la sua presidenza e lei zitta zitta, tra un’ospitata e l’altra, sta restituendo 32 mila euro ad Afol. A questo punto, viene voglia di farsi diventare simpatici i Romani e i Gasparri che se potessero, la vorrebbero sì a destra, ma a destra di un tir in autostrada mentre quest’ultimo si immette nella corsia interna. E in effetti, Maurizio e Paolo fanno bene a preoccuparsi. La Renzuschina è inarrestabile: dichiara che non le dispiacerebbe provare a fare il sindaco di Milano, tempesta le redazioni tv di mail con autoinviti a tutti i programmi, di cui vi regalo qualche riga (autentica): “Salve, vi scrivo perché seguendo spesso il vostro ottimo programma, sono a chiedervi di valutare la mia presenza come ospite… Ho avuto risalto sui media per la foto dei bambini siriani a terra nella sporcizia alla stazione centrale!..”, va in tv a dichiarare (testuali) cose come “se vai in stazione la gente non ti fa fare il biglietto perché vuole la fetta sul biglietto!” e altre amenità sul cui senso e significato ci stiamo ancora interrogando. A questo punto, se il futuro è la Renzuschina, viene solo da sperare che quel lifting inatteso di Berlusconi significhi una sola cosa, e cioè che il volto nuovo e liftato del centrodestra, tutto sommato, sia ancora lui.