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 2015  maggio 05 Martedì calendario

Quei 69 miliardi per l’economia italiana che arriveranno nei prossimi 9 anni grazie all’Expo

La previsione che Giuseppe Sala ha formulato quattro mesi fa in un colloquio con il Messaggero («ci sarà un valore aggiunto di 10 miliardi» disse alla fine dello scorso anno l’amministratore unico di Expo 2015 ) sembra trovare conferma nelle analisi dei maggiori centri di ricerca. E buon ultima l’agenzia di rating Fitch, alcuni giorni fa, si è spinta fino ad azzardare una crescita del Pil dell’1%. Dunque circa 15 miliardi.
LA SCOMMESSA
Ma la vera scommessa, anzi la speranza, come l’ha definita ancora Sala, «è che ci sia un effetto di trascinamento negli anni a venire». Ecco, il punto nodale è proprio questo: l’evento milanese è destinato a prolungare il suo impatto sull’economia milanese ed italiana anche dopo che i padiglioni saranno chiusi a fine ottobre? Confindustria è convinta che sarà così. In una indagine realizzata in collaborazione con l’Università Bocconi si stima che la produzione aggiuntiva complessivamente determinata da Expo nell’economia italiana, nel periodo 2011-2020, sarà di 69 miliardi. E un terzo di questa cifra sarà collegato alle infrastrutture. L’occupazione generata in maniera diretta, indiretta ed indotta dovrebbe garantire lavoro ad una media di 61mila persone ogni anno anche se, ovviamente, ci sarà un picco nel 2015. Nei sei mesi in cui si svolgerà l’evento si calcola un impegno lavorativo per 130 mila persone. Forte il contributo al bilancio dello Stato considerato che il gettito fiscale dovuto alla produzione sarà di circa 11,5 miliardi.
GLI OBIETTIVI
Un risultato già sicuro appare quello delle presenze. Gli 11 milioni di biglietti venduti per Expo «sono un record nella storia delle esposizioni universali» garantiscono dall’organizzazione. Ma ora si punta a centrare un altro obiettivo: riequilibrare i numeri del fatturato generato dalla vendita dei pacchetti ai turisti stranieri. Secondo una ricerca presentata da Confcommercio e Confturismo, infatti, su 5,7 miliardi di fatturato solo 2,7 miliardi (il 47,1%) restano in Italia. I restanti 3 miliardi ( il 52,9%) vanno ad arricchire la filiera straniera. Per l’Expo milanese, l’ufficio studi di Confcommercio prevede (come valutazione di minima) almeno 8 milioni di arrivi dall’estero e 29 milioni di notti nelle strutture ricettive. Una maggiore presenza turistica che dovrebbe tradursi in 2,5 miliardi di euro di consumi straordinari. Tradotto in percentuali sul Pil, questo vuol dire un apporto positivo dello 0,3 per cento. La spesa turistica indotta da Expo, nel corso del semestre è valutata intorno ai 3,5 miliardi, di cui 1,5 per l’alloggio, 1,2 nella ristorazione e 758 milioni per altre spese. L’impatto sulla produzione sarà di 9,4 miliardi.
La delicata questione delle infrastrutture cammina invece su questi numeri: la realizzazione di tutte le opere e le spese ad esse legate raggiungono 19 miliardi, con una attivazione indiretta di oltre 52 ed un valore aggiunto di 21,5. I costi complessivi di gestione dell’evento, escludendo ammortamenti e imposte, dovrebbero superare un miliardo ed hanno un impatto sulla produzione di quasi 2,4 miliardi. Secondo le previsioni fornite dai Paesi che hanno aderito all’Expo, il totale delle spese effettuate in Italia da parte di Stati e istituzioni sarà di circa 500 milioni, un terzo dei quali legati ad investimenti per spese di costruzione degli spazi espositivi e delle eventuali strutture accessorie.