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 2015  maggio 04 Lunedì calendario

Alitalia riapre la rotta Milano-Shanghai. Già venduti 31mila biglietti. Montezemolo: «Una porta d’accesso su un mondo cruciale per il nostro export»

Dice, qua e là: «Adesso speriamo di riempirli». È però solo la più classica delle scaramanzie, quella di Luca Cordero di Montezemolo. Oggi, insieme all’amministratore delegato Silvano Cassano, il presidente di Alitalia presenterà il nuovo collegamento intercontinentale Milano-Shanghai. E la realtà è che, sui 39 mila posti preventivati e offerti a partire dal semestre Expo, 31 mila sono già biglietti venduti. Merito, certo, del grande richiamo turistico dell’Esposizione universale, tra l’altro con l’ideale passaggio del testimone dalla città organizzatrice dell’edizione 2010. Ma la scommessa va oltre la coincidenza accuratamente simbolica. Questo non è soltanto il ritorno di Alitalia nel continente Cina. È il collegamento – tre volte la settimana da Milano, altrettante da Shanghai – tra le capitali economiche dei due Paesi. E quel primo «tasso di riempimento» arrivato con largo anticipo all’80% è una buona premessa per il raggiungimento degli obiettivi «oltre Expo». Ossia, per dirla con Montezemolo, «aprire all’Italia, attraverso Alitalia, la porta d’accesso su un mondo cruciale per il nostro export»: le economie a più alto ritmo di crescita, i nuovi centri del business, un’immensa platea di turisti che «di Italia e made in Italy hanno grande fame». E viceversa. 
Shanghai sarà dunque anche un test per la compagnia. Si rimette in volo, e in gioco, dopo gli infiniti anni di crisi (venti i bilanci in rosso accumulati finora). Senza l’accordo con Etihad Airways, la compagnia di bandiera degli Emirati Arabi Uniti cui oggi fa capo il 49% del capitale, non sarebbe stato possibile. E non sarebbe possibile senza i 700 milioni di investimenti – in tecnologia, flotta, infrastrutture, formazione – messi in cantiere per riportare la società all’utile da qui al 2017. Così, il presidente sottolinea l’incremento di rotte, lungo raggio compreso, avviato già quest’anno. Nell’anno di Expo, è orgoglioso della partnership che ha portato al rafforzamento di Linate e Malpensa (senza dimenticare Roma: tra un mese al via le rotte dirette su Seul e Pechino). Ma, se promette che la crescita continuerà come da tabella di marcia, può farlo anche perché – dice – «in Alitalia ho trovato un bello spirito di bandiera e di corpo». Si aspettava un clima «da azienda parastatale». Ha scoperto «una grandissima determinazione». E poiché questo, «il valore delle risorse umane», sarà un altro elemento fondamentale per «vincere in un mestiere oggettivamente difficile, tra la concorrenza molto forte delle compagnie low cost e i margini bassi», anche qui verranno concentrati gli investimenti: «Faremo un grande lavoro sul servizio e sulla formazione». E, tanto per ribadire il concetto secondo cui «la nuova Alitalia» si sbarazzerà di qualunque traccia di “parastatale”, l’ulteriore promessa è «l’attenzione alla meritocrazia». Con un ultimo auspicio: «Spero in una politica di sistema del trasporto aereo. Noi. Gli aeroporti. E il governo».