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 2015  maggio 03 Domenica calendario

A Milano dopo i vandali arrivano i volontari • Lega e 5Stelle vogliono le dimissioni di Alfano • È nata la bambina di William e Kate • Il quindicenne ucciso a coltellate dopo una rissa al bar • Fra quindici anni, a causa di troppi video, Internet potrebbe collassare

 

Milano 1 È ancora presto per fare una stima economica dei danni provocati dai black bloc che venerdì hanno messo a ferro e fuoco il centro di Milano. Ma dopo qualche ora buona parte delle tracce lasciate dai devastatori erano già sparite. La gente si è riversata in strada: chi per pulire, chi per aiutare, chi per cancellare le scritte chilometriche sui muri, chi semplicemente per dare conforto agli altri. C’è chi arrivava dal vicino Vigentino, chi da più lontano come il volontario del Giambellino. Qualcuno ha indossato una pettorina gialla con scritto «cittadino volontario» e si è messo al lavoro pulendo le vetrine, qualcun altro ha spazzato la strada. «Milano risorge — dice Pisapia — e risponde no alla violenza. Milano non può accettare chi viene qui per violentarla o sabotarla». Il Comune si costituirà parte civile contro chi è stato fermato dalle forze dell’ordine: «Se condannati, noi saremo presenti per chiedere i danni morali e materiali». E si sta lavorando anche per aiutare i commercianti e i cittadini che si sono ritrovati con l’auto o il negozio devastato. «Ho predisposto un fondo che alimenteremo, per adesso, con 1,5 milioni di euro per risarcire i danni ai cittadini» ha detto il governatore lombardo, Roberto Maroni. Palazzo Marino farà altrettanto quando arriverà la stima dei danni. Intesa Sanpaolo ha varato un pacchetto di misure del valore di 100 milioni di euro.

Milano 2 Secondo la Procura di Milano i responsabili della distruzione a Milano sono stati 500: due terzi italiani, gli altri tedeschi, francesi e spagnoli. Cinque persone sono state subito arrestate. Altre 33 sono state denunciate tra venerdì sera e ieri mattina.

Milano 3 È scontro politico all’indomani dei disordini di Milano. «Abbiamo rischiato un altro G8, abbiamo evitato il peggio e garantito che non fosse versato sangue», commenta Angelino Alfano. «Ieri in piazza — ha aggiunto — ho visto farabutti con il cappuccio e figli di papà con il Rolex. Ma non riusciranno a rovinare la festa Expo. Puniremo i responsabili e non abbasseremo la guardia per i prossimi sei mesi». Ma le opposizioni attaccano a testa bassa. «Alfano è incapace, ha la credibilità di “topo gigio”, andiamo a votare», taglia corto il grillino Luigi Di Maio. «Tutto il mondo ci ha riso dietro », dice Matteo Salvini. «Il ministro dell’Interno non sa fare il suo lavoro, e il premier regala una figura di fango all’intero globo. Al governo abbiamo degli incapaci totali». Il segretario della Lega convoca poi una protesta di cittadini. «Lunedì alle 18 aspetto in Piazza Scala tantissima gente perbene, ma incazzata», twitta.

Royal baby È nata alle 8,34 di ieri, al St Mary Hospital, la figlia di William e Kate, quinta pronipote per la bisnonna Elisabetta. Ancora non si sa come la chiameranno, anche se molti inglesi sperano che di nome farà Diana, come la nonna. L’annuncio del lieto evento è stato al passo con il galateo della monarchia e con le nostre tecnologie sociali: William ha parlato al telefono con la regina (che aveva chiesto di non essere disturbata prima del risveglio), poi coi borghesi suoceri Middleton e con Downing Street. Infine un «cinguettio» su Twitter e Instagram al popolo di internet («Sua Altezza Reale la duchessa di Cambridge ha dato alla luce...») e un comunicato affisso sul cavalletto aldilà dei cancelli di Buckingham. Kate è entrata in corsia poco dopo l’alba e ne è uscita pettinata (dalla parrucchiera personale) e sorridente, per tornare a Kensington Palace, al tramonto. La seconda royal baby, per metà nobile (i Windsor) per metà no (i Middleton), è nata nella suite a pagamento dell’ospedale pubblico che è a due passi da Kensington: costa 5.215 sterline (7 mila euro) se il parto è naturale e 1.155 per ogni notte aggiuntiva. Non è stato necessario per Kate, assistita nel travaglio di tre ore dal chirurgo ginecologo della regina, Alan Farthing. La piccola in fasce, peso 3 chili e 7, é principessa di Cambridge, titolo che in versione femminile mancava negli archivi della nobiltà più alta dal lontanissimo 1833, allorché Giorgio III lo concesse alla nipote Maria Adelaide. E nella linea di successione al trono va ad occupare la quarta posizione dopo Carlo prossimo re, dopo William e dopo il fratellino George Alexander Louis, due anni a luglio, lui principe di Cambridge. Scivola giù ed è quinto lo scapolone zio Harry.

Delitto Maycol Catizzone, 15 anni. Studente della scuola media di Isola Capo Rizzuto, in provincia di Crotone, cresciuto in una famiglia tranquilla, l’altra sera andò con gli amici nel bar Romania Style. Nel locale c’era pure un Carmine Pullano di anni 31, disoccupato, già noto alle forze dell’ordine per reati di droga ma anche per possesso di arma da taglio. Costui verso le 23 prese a litigare con un amico del Catizzone, La lite ben presto degenerò in rissa con le aste del tavolo da biliardo usate come bastoni, poi proseguì fuori dal bar e qui il Pullano infilò un coltello al fianco e al torace del quindicenne, che s’accasciò sull’asfalto in una pozza di sangue e arrivò già morto al pronto soccorso. Notte del 1° maggio in un bar del centro di Isola Capo Rizzuto, in provincia di Crotone.

Internet Quindici anni appena, sostengono dalla Royal Society, e poi Internet potrebbe collassare. Colpa della crescita smisurata del consumo di dati, si parla di un volume aumentato di cinquanta volte in dieci anni, e presto raggiungeremo il limite. «Nei laboratori di ricerca sta già accadendo», spiega Andrew Ellis, professore di ingegneria all’Università di Aston a Birmingham. Specializzato in comunicazioni via fibra ottica, durante la conferenza alla Royal Society è stato lui a mettere nero su bianco una data oltre la quale non si potrà andare. «Considerando che i test nei laboratori sono fra i gli otto e i dieci anni avanti rispetto alla portata della fibra usata dagli utenti, i primi problemi li dovremmo cominciare ad avere già a partire dal 2022. Nel 2030 poi toccheremo il confine oltre il quale sarà impossibile andare». Colpa dei video ovviamente. Secondo la Cisco il traffico dati crescerà di dieci volte in cinque anni. Previsione confermata anche da Ericsson, secondo la quale i video varranno la metà di quel traffico soprattutto se si parla di smartphone. (D’Alessandro, Rep)

(a cura di Roberta Mercuri)