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 2015  aprile 30 Giovedì calendario

Volley, anche la «squadra delle suore» vuole il primo scudetto. Sabato l’Igor Novara sfiderà Casalmaggiore. Una storia di passione, fede e scongiuri

Anche adesso che ha giocatrici di valore mondiale, un tecnico che farà il ct e sponsor importanti, per quelli della pallavolo resta «la squadra delle suore». Perché Novara, dopo aver vinto Coppa Italia e stagione regolare di A1, sabato comincerà la sua quinta finale-scudetto, ma resta legata a origini uniche per lo sport d’élite. Sotto l’etichetta dell’Igor Novara, c’è l’Agil Trecate nata per volere di un gruppo di sorelle dell’ordine delle Ministre della Carità di San Vincenzo De’ Paoli. Dall’oratorio di allora alla Champions League che verrà nel prossimo autunno il filo conduttore sono proprio le suore. Una, in particolare: Suor Giò, al secolo Giovanna Saporiti, la presidentessa. Creò nel 1983 un club con l’obiettivo chiaro fin dal nome (Amicizia, Gioia, Impegno, Lealtà) e passo dopo passo lo portò nel 2001 in A1.
Già quattro finali perse
Il primo balzo nel professionismo, con lo spostamento a Novara e lo scontro con logiche di gestione diverse, fu un trauma e finì male. «Ho sofferto molto – ha ricordato Suor Giò – perché in un attimo ho visto sfumare il lavoro duro e appassionato di 20 anni». Senza la sua fondatrice, ripartita dall’attività di base, Novara è rimasta in A1 fino al 2012 ma ha poi rischiato di sparire. L’hanno salvata proprio le suore. Suor Giò, con la sua vice Monica Loro e le altre sorelle Barbara Bertoni e Lorena Garau, che nel frattempo avevano tenuto ben viva l’Agil, hanno detto sì alla proposta di chi aveva i soldi per rilanciare la sfida ma non le idee e il «know how». Rilevato un titolo di A2, è subito arrivata una promozione. E ora, al secondo anno tra le big, lo scudetto è di nuovo lì, a portata di mano come lo era già stato nel 2002, nel 2003, nel 2004 e nel 2009, nelle serie finali tutte perse contro Bergamo (due volte), Perugia e Pesaro.
I meriti del Professore
Questa volta, contro Casalmaggiore che ieri sera ha eliminato Conegliano dopo aver perso le prime due sfide, Novara non vuole più sbagliare. I santi in paradiso li aveva anche nelle prime due occasioni, finché Suor Giò è rimasta al comando, ma non sono serviti. Molto più concretamente, adesso sembra davvero la più forte di tutte. Quarta un anno fa, in estate ha fatto un mercato sontuoso: ha preso le nazionali Signorile e Chirichella, l’ex azzurra Guiggi e il libero di Piacenza tricolore Sansonna. In più, l’opposta croata Barun e la miglior giocatrice dell’ultimo Mondiale: Kimberly Hill, decisiva nel sorprendente oro degli Usa. Gruppo rivoluzionato, ma affidato allo storico allenatore della «squadra delle suore». Luciano Pedullà, 57enne artefice della prima promozione, da grande esperto di giovani ha svezzato giocatrici di talento (i totem Lo Bianco e Cardullo su tutte) ma ha sempre vinto meno di quel che meritava. Un anno e mezzo fa ha cominciato il terzo ciclo nella squadra della sua città. Dopo tanta semina, il Professore che insegna ancora nell’Itis novarese è arrivato al momento del raccolto: sarà ct della Germania, è a tre vittorie dal suo primo scudetto. Anche le suore possono fare gli scongiuri.