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 2015  aprile 30 Giovedì calendario

Il «porco» Cosentino è accusato di aver corrotto un agente di polizia penitenziaria in cambio di un trattamento di favori in galera. L’ex braccio destro di B. poteva ricevere mozzarelle e camicie senza passare per il controllo, camminare di notte fuori dalla cella e ascoltare musica da un iPod

"Abbiamo il porco per le mani”. È il 7 aprile 2014 e il “porco”, per le due guardie penitenziarie intercettate, è Nicola Cosentino. Tornato da quattro giorni in carcere per un’ulteriore accusa di estorsione. Tornato nel “loro” carcere. A Secondigliano (Napoli). È un’occasione unica per i due agenti “per trarre il massimo”. Lo sottolinea il Gip di Napoli Isabella Iaselli motivando una nuova ordinanza di custodia cautelare eseguita ieri per l’ex sottosegretario Pdl, imputato per vicende di camorra in tre processi.
Cosentino stavolta è accusato di aver corrotto un agente di polizia penitenziaria in cambio di un trattamento di favore in galera, dove pare gli fosse consentito di tutto: ricevere mozzarelle e camicie senza passare per il controllo, camminare di notte fuori dalla cella, ascoltare musica da un iPod rinvenuto durante una perquisizione del 21 marzo scorso, in seguito alla quale l’ex plenipotenziario di Berlusconi in Campania è stato trasferito nel carcere di Terni.
Le telecamere di una stazione di servizio hanno filmato 36 incontri di nascosto tra il cognato di Cosentino, Giuseppe Esposito, e Umberto Vitale, un secondino in difficoltà economiche che al telefono si lamenta perché gli arrivano “le sfogliatelle” (a Napoli sono sinonimo di cartelle esattoriali), e alla ricerca di un lavoro per la moglie.
I due sono finiti in carcere per corruzione in concorso con Cosentino, la moglie dell’ex politico (sorella di Esposito), anche lei indagata, ha l’obbligo di dimora a Caserta. La cimice piazzata nell’auto durante gli incontri tra il cognato di Cosentino e Vitale ha registrato il fruscìo di passaggi di buste. La moglie di Vitale effettivamente inizierà a lavorare per una cooperativa sociale presieduta da un sodale di Cosentino. Ma l’inchiesta condotta dai pm Fabrizio Vanorio e Alessandro D’Alessio, della Dda coordinata da Giuseppe Borrelli, ha dipinto un quadro poco limpido anche nei confronti di diversi agenti di polizia penitenziaria e del loro atteggiamento verso l’illustre detenuto. Il gip si rammarica che siano stati interrogati come testi e non come indagati.
Cosentino era diventato loro amico durante il primo periodo di detenzione a Secondigliano, nel 2013. Troppo amico. C’era una processione di guardie nei luoghi dove Cosentino viveva ed era tornato a fare politica. Messaggino di Vitale a Cosentino del 16 febbraio 2014: “Dottore buongiorno scusate il fastidio quando siete disponibile vi devo dare una bella notizia”. I due poi si vedranno. Altro sms di agente non indagato, A. S., del 5 marzo 2014: “Dottore ricordatevi di mio figlio”. Il 3 aprile 2014, quando i tg lanciano la notizia dell’arresto di Cosentino, tra le guardie c’è dispiacere. Temono che non possa più accontentarli. Dispiacere che si trasforma in euforia quando scoprono che invece viene tradotto a Secondigliano.
Scrive la Iaselli: “È chiaro dalla lettura delle conversazioni nel loro complesso che Cosentino Nicola aveva promesso al Vitale ed agli altri agenti compiacenti posti di lavoro per i familiari; dopo la scarcerazione, non avendo più bisogno degli stessi, aveva per così dire allentato i rapporti; con il secondo arresto per ottenere di nuovo il trattamento preferenziale Vitale dice chiaramente che ora pretende il rispetto delle promesse”. Vitale, “per il tramite” della consigliera regionale Luciana Scalzi, riceverà pure un biglietto per assistere a Napoli-Fiorentina. L’ordinanza infine si sofferma su una strana circostanza: un presunto tentativo da parte delle guardie penitenziarie, documentato da vari sms, di far incontrare Cosentino con Giuseppe Lo Bue, un uomo di Provenzano.
I due erano stati in carcere insieme.