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 2015  aprile 30 Giovedì calendario

Forza Italia e la guerra sul simbolo. Il fittiano D’Anna perde ricorso che puntava a delegittimare Maria Rosaria Rossi. Luigi Vitali: «Ecco la risposta al miserabile tentativo di alcuni spregiudicati di strappare il partito al suo padre fondatore»

Il primo round dell’eterna guerriglia azzurra lo conquista Maria Rosaria Rossi. Sostenuta da un Silvio Berlusconi distante e poco interessato a un partito sull’orlo di nuove scissioni, la tesoriera esulta di fronte alla decisione del Tribunale di Roma, che ha dichiarato inammissibile un ricorso proposto da Vincenzo D’Anna. Il senatore contestava la legittimità della nomina e del ruolo ricoperto nel partito da Rossi, tra i soci fondatori del cerchio magico dell’ex Cavaliere. Di fatto, una sfida giocata per conquistare il simbolo. Il conflitto, naturalmente, è destinato a proseguire. E D’Anna, fittiano eterodosso, promette già un nuovo duello legale con la senatrice.
La battaglia non è nuova. Anche Raffaele Fitto, a più riprese, ha bocciato la senatrice. Nominata, a suo dire, facendo carta straccia dello statuto azzurro. Non legittimata, sempre secondo il ras leccese, ad utilizzare il logo di Forza Italia. Nel ricorso, D’Anna chiedeva l’inibizione della tesoriera al deposito delle liste dei candidati e dei contrassegni elettorali per le elezioni regionali. Senza esito, però, come sottolinea esultante la contraerea berlusconiana: «Ecco la risposta al miserabile tentativo di alcuni spregiudicati di strappare il partito al suo padre fondatore», sostiene il commissario pugliese Luigi Vitali, primo avversario di Fitto. Nonostante la sconfitta, il dissidente non si rassegna e già rilancia: «Adirò le ulteriori sedi giudiziarie per reclamare bilanci e note spese di Forza Italia e del Pdl». Una battaglia, assicura, reclamata dagli elettori e dagli iscritti. Eppure non concordata con il capo dei frondisti: «L’iniziativa giudiziaria intrapresa dai legali di Fitto, per quanto contigua in alcuni punti con quella da me intrapresa, ha finalità completamente diverse».
Nel giorno in cui l’opposizione interna a Berlusconi promette nuovi affondi contro la tesoriera, l’ex premier decide di far presiedere l’ufficio di Presidenza degli azzurri proprio alla senatrice. Uno schiaffo agli oppositori interni. L’incontro, tenuto a Palazzo Grazioli senza Berlusconi, segna il via libera ai nomi dei candidati presidenti in vista delle imminenti regionali. Non partecipano naturalmente i fittiani, né si affaccia all’incontro Denis Verdini. Proprio lui, che la senatrice iscrisse assieme a Gianni Letta nel “duo tragico” di Forza Italia. In Puglia, nonostante l’ultima mediazione di Fitto, difficilmente sarà evitato lo scontro fratricida tra Adriana Poli Bortone e Francesco Schittulli.
Il leader, in ogni caso, non se ne cura. Resta ad Arcore, impegnato nella decisiva trattativa per la cessione del Milan. L’unica traccia del Capo è una brevissima lettera con la quale si descrive occupato «a studiare il calendario delle sue presenze in campagna elettorale nelle varie regioni». Conta però soprattutto il giorno dopo il voto, perché allora sarà avviata la rottamazione del partito azzurro. O di quello che resterà dopo le scissioni.