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 2015  aprile 30 Giovedì calendario

Il Milan a Bee, Primium a Murdoch, un pezzo di Mediaset a Bolloré e neanche un centesimo a Forza Italia. Berlusconi pensa al futuro della famiglia, all’Rcs per Marina e a sistemare figli e nipoti. E anche la Pascale

È meglio incassare, in un pomeriggio ad Arcore, mezzo miliardo di euro da un sultano thailandese per la vendita del Milan? Oppure è preferibile, per Silvio Berlusconi, stare chiuso in una stanza semi-buia – non ci sono più neanche i soldi per pagare le bollette della luce nella sede di Piazza in Lucina a Roma – a infilare e a togliere nomi di peones pugliesi o sanniti nelle liste di Forza Italia per le Regionali, con il rischio di scontentare tutti e con la noia di dover sopportare l’ennesima riunione politica che a Berlusconi produce l’orticaria? L’ex Cavaliere sceglie il pomeriggio con Mister Bee, e chissà se in un secondo momento arriverà nella trattativa Mister Bee così il Milan finirà a una banca di stato cinese ovvero Silvio vende il Diavolo ai comunisti. E la politica è lontana. Forza Italia non interessa più al fondatore. L’epopea del partito azienda e dell’azienda partito si scioglie al sole dell’est ma anche dell’ovest – Premium a Murdoch, un pezzo di Mediaset a Vivendi e via così – e l’ex Cavaliere insomma si vende tutto. Rinunciando anche a quella icona popolare per eccellenza, rappresentata dal Milan, che tutti i suoi dividendi politici li ha già dati. «Ho quindici-venti anni di vita davanti a me, e vorrei passarli in tranquillità», è il nuovo slogan post-politico di Silvio che bada al sodo. E finge di ascoltare le voci della trincea del partito, dove lo si immagina ancora con il coltello dell’anti-renzismo tra i denti e pronto a tornare in battaglia anche se non ci torna mai e rinvia di volta in volta. Perchè la rivoluzione forzista che non c’è lo agita molto di meno del cruccio Milanello: potrà ancora atterrarci con l’elicottero, anche se non avrà più un Gullit o un Balotelli da sbandierare, quando il prato sarà thailandese?
MILIARDI
Sua (ex?) Emittenza sta pensando a che cosa ci farà con tutti questi soldi: 4.000 miliardi di vecchie lire soltanto dalla cessione Mediaset più Milan. Il «tesoretto» – lui ce l’ha e Renzi no – non passerà neppure in minuscola parte a Forza Italia che boccheggia in un buco di 68 milioni di euro e ha dovuto licenziare e sta per abbandonare del tutto la sede esagerata di Piazza in Lucina. Fare politica senza il fardello dei conflitti d’interesse potrebbe giovargli, e lo sottrarrebbe a eventuali vendette di Renzi post-nazareniche, e tuttavia per ricominciare serve la voglia, tanta voglia, e quella lucida follia erasmiana che un tempo il leader aveva in dosi massicce.
EREDI
E c’erano già i nipotini anche prima, ma adesso i nipotini sono di più, e ne sta arrivando un altro targato Pier-Silvio e Silvia Toffanin, e nonno Silvio s’è fatto più anziano e sempre più voglioso di fare cassa. Capitalizza e insieme sottrae Mediaset e il figlio Pier Silvio a tutte le complicazioni di un mercato delle comunicazioni che è in fase di rivoluzione e nel quale l’azienda dovrà reinventarsi. Vende tutto perchè al partito azienda non corrisponde più il partito politico. Perchè sa che i figli, imprenditorialmente parlando, non sono lui e va data loro – a tutti e cinque – la sicurezza finanziaria per il futuro. Perchè servono soldi, che comunque non mancano, per comprare Rcs libri e farne un colosso europeo insieme a Mondadori, in nome di Marina la più lanciata, per poi magari piazzare il tutto a qualcuno. E perchè in fondo, magari, se Francesca Pascale – quanto c’è di lei e quanto no dietro il Silvio Vendo Tutto? – non potrà avere pezzi di impero, avrà più facilità a maneggiare il cash.