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 2015  aprile 30 Giovedì calendario

La Juve rimanda i festeggiamenti, dopo i tre gol della Lazio segnati nel primo quarto d’ora. Florenzi si conferma uno dei migliori giocatori italiani, e il Milan non c’è più: «Per cercare un ultimo brivido bisogna puntare sulle follie dell’Inter»

Non c’è ancora lo scudetto per la Juve, la Lazio ha chiuso subito la possibilità di festa con tre gol nel primo quarto d’ora. Ma manca davvero solo pochissimo. È stata una notte primaverile piena di gol che ha confermato l’equilibrio complessivo dell’altro campionato. La Juve ha tenuto soprattutto a non farsi male, niente le può togliere lo scudetto. La partita è stata lenta come quelle che non servono, riscaldata dal rigore della Fiorentina che ha svegliato la Juve portando la gara dove doveva andare. La Fiorentina adesso è pura accademia, i rigori ne sono la conferma. Più veloci Lazio e Roma. Anderson fa pesare la sua differenza negli assist, Florenzi si conferma uno dei migliori giocatori italiani e Doumbia ribadisce che la Roma, con un centravanti, assomiglia a una squadra completa. I risultati portano acqua alla quasi rimonta dell’Inter. Non è importante come ha vinto a Udine, conta abbia vinto. Mancini non ha trovato ancora la squadra, ma si ha l’impressione che l’Inter abbia trovato Mancini. In una squadra complessivamente confusa e tenuta in piedi dalla qualità degli attaccanti, è importante la diversità quasi spirituale del suo mister. L’Inter tatticamente un po’ storta, con un rendimento che non va confuso con una rinascita, vive soprattutto sul carisma rassicurante del suo tecnico. È lui che la fa pensare da grande squadra anche dove arrivano i limiti. Non è questione di scelte, credo sia proprio il fascino del vecchio fuoriclasse che fa pesare la sua scienza infusa. Non c’è più invece il Milan. La squadra ha aggiunto alle sue ristrettezze l’aria da liquidazione che si respira. È semmai curioso che anche in fondo a un anno, due mezze stagioni, in cui si è rimasti fuori da tutto, il debito sia così alto. Il Milan non paga più né i primi né i secondi stipendi del campionato, ma perde comunque 46 milioni puri, 91 contando la pulizia obbligatoria fatta per vendere. Il suo deficit netto di gestione è maggiore del fatturato di metà squadre di A. Come è possibile? Resta il Genoa. Il suo gioco verticale è tra i migliori d’Italia. È impressionante come Gasperini riesca sempre a trovare un filo di ragione nel temporale di cambiamenti obbligati. È salva l’Atalanta, sembra chiuso anche quel capitolo. Per cercare un ultimo brivido bisogna puntare sulle follie dell’Inter.