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 2015  aprile 30 Giovedì calendario

Se basta una goccia di plasma per capire quando il tumore al polmone è ancora curabile. Quando ancora è molto piccolo, il cancro lascia una traccia che si può identificare con una tac e, a quel punto, lo si può eliminare in modo microinvasivo. Niente più chemio, niente radiazioni. La ricerca è italiana

Il tumore al polmone, attualmente la prima causa di morte per cancro nel mondo, può essere disinnescato se individuato molto precocemente. Lascia una «firma» e la lascia quando ancora è molto piccolo. Anzi, più di una «firma». Si tratta di tracce genetiche, di microRna (miRna) tumorali che iniziano a circolare anche quando sono poche le cellule malate. Gli italiani sono riusciti a intercettare queste «firme» nel sangue, hanno verificato che individuarle è risposta diagnostica efficace e che una volta identificata la sorgente delle «firme» con una Tac (mirata, perché si sa che qualcosa c’è) la si elimina in modo microinvasivo. Niente chemio, niente radiazioni, tumore in stand by.
Il messaggio partito da Milano è stato subito accolto dagli Stati Uniti che cambiano le linee guida: esame del sangue come priorità diagnostica, Tac solo se si scopre la «firma». Meno costi per la sanità, più certezza di colpire il male con ampio anticipo. Uno studio dell’Istituto europeo di oncologia (Ieo), pubblicato sul prossimo Journal of the National Cancer Institute, è il messaggio. Pietra miliare. Consente di ridurre realmente la mortalità di questo big killer che solo in Italia miete 35.000 vittime ogni anno, circa 100 al giorno. Il test dei miRna, marker tumorali genetici rilevabili da un esame del siero (come fa Ieo) o del plasma (come fa l’Istituto nazionale dei tumori di via Venezian, Milano), è efficace e applicabile su larga scala ai forti fumatori o agli ex. L’Airc e le Fondazioni Monzino e Umberto Veronesi hanno finanziato lo studio.
Il test miRrna è semplice da effettuare e ha costi limitati. Gli Stati Uniti partono su questa strada così, come lo Ieo in Italia. Il team Ieo è guidato da Pier Paolo Di Fiore, direttore della Medicina molecolare: «Abbiamo analizzato la presenza dei miRna nel sangue di 1.115 forti fumatori o ex tali (studio Cosmos, Continuous observation of smoking subjects ). E abbiamo scoperto che se è presente la “firma” dei miRna il fumatore deve sottoporsi a Tac a basse dosi, mentre se non c’è non deve fare ulteriori accertamenti fino al prelievo successivo». I miRna, peraltro, sono rilevabili non solo nel sangue. Per esempio anche nella saliva.
«Il miRna test – precisa Fabrizio Bianchi, responsabile del Laboratorio di genomica e bioinformatica – si basa sull’analisi delle quantità di 19 differenti molecole di microRna in meno di 2 millimetri di sangue. I miRna circolanti sono 200 e noi ne abbiamo identificati 13, sufficienti per un’accuratezza dell’80%». I risultati? Il chirurgo Lorenzo Spaggiari, direttore del Programma polmone, fa il punto: «Fino a ieri l’80% dei casi arrivavano al chirurgo in stadio avanzato, con possibilità di guarigione intorno al 20%. Oggi con miRna e Tac sempre più tumori vengono trattati in stadio iniziale, in modo mininvasivo, con probabilità di guarigione dell’80%. E invece di eseguire 10.000 Tac per trovare 100 tumori, con i miRna bastano 3.108 Tac per trovare 100 tumori».