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 2015  aprile 30 Giovedì calendario

«È scandaloso che le donne guadagnino di meno». La battaglia di Papa Francesco per la parità dei sessi: «È maschilismo dire che l’emancipazione minaccia la famiglia. Via a una presenza femminile più forte anche all’interno della Curia»

«È un puro scandalo che a parità di lavoro le donne abbiano una retribuzione più bassa degli uomini». Se così non fosse, le donne contribuirebbero a mitigare «le difficoltà di carattere economico», una delle «cause serie», anche se non le uniche, che impediscono i matrimoni. Ogni mercoledì Francesco delinea nell’udienza generale le sue priorità sulla famiglia a pochi mesi (ottobre 2015) dal Sinodo dei vescovi. Fra queste, non ci sono i temi della comunione ai divorziati o delle coppie gay, bensì altro. Le difficoltà a essere padri, l’educazione dei figli, il ruolo dei nonni e, con ieri, le discriminazioni che quotidianamente subiscono le donne. «La disparità è un puro scandalo», ha detto, come uno scandalo sono l’«ingiustizia» e il «maschilismo» che «da Adamo in poi» imputano alla «emancipazione» delle donne la riduzione del numero di matrimoni, l’aumento delle separazioni e la paura a vivere legami stabili: «Questo argomento – ha chiosato Francesco – non è valido, questa è una ingiustizia».
Francesco e le donne. Nella sua Chiesa vuole siano protagoniste, come Maria che, così disse tornando dal viaggio in Brasile
nell’estate del 2013, «è più importante degli Apostoli». Non c’è Chiesa, per Francesco, senza donne. Senza di loro, disse, «la Chiesa rischia la sterilità, è come il collegio apostolico senza Maria».
È stata una fortunata coincidenza, fanno notare oltre Tevere, il fatto che il Papa abbia parlato delle donne ieri, nella festa di santa Caterina da Siena, lei che non aveva paura di strigliare papi e cardinali per ricondurli, quando sbagliavano, sulla retta via. «Nella storia della Chiesa, le donne hanno già mosso molto – ha detto il cardinale Walter Kasper in un’intervista a Stefania Falasca su Avvenire –. Hanno mosso vescovi e papi e sono certamente in grado di farlo anche con le conferenze episcopali. Molte grandi sante donne sono riuscite a fare questo nella storia della Chiesa. Sull’esempio di Maria di Magdala, apostola apostolorum, che la mattina di Pasqua ha svegliato gli apostoli dal loro letargo e li ha messi in moto».
Del ruolo della donna Francesco parla in Evangelii gaudium laddove chiede alla Chiesa un nuovo «approfondimento». Lo fa in scia al Concilio che, a onore del vero, al di là delle 23 uditrici convocate da Giovanni XXIII, si caratterizzò come assise maschile. Tanto che fu il cardinale belga Leon-Joseph Suenens a chiedere: «Ma dov’e qui l’altra meta del genere umano?». Una domanda ancora oggi attuale. Sull’edizione odierna dell’Osservatore Romano, infatti, Mary Melone, rettore della Pontificia Università “Antonianum”, parla di «una sfida non rinviabile». Ed entra nel cuore del problema: «Per ripensare al ruolo delle donne nella Chiesa è necessario ripensare anche a quello degli uomini, è necessario che gli uomini ripensino al loro ruolo nella Chiesa. E questo non è un gioco di parole». Si sa, del resto, che nella Chiesa esiste un certo clericalismo e carrierismo che risponde a logiche di potere inteso come dominio maschile.
Francesco non sembra avere in mente, per ora, un nuovo atto magisteriale sulle donne, Eppure, su molti temi, ha le idee chiare. Così sull’ordinazione sacerdotale femminile che, per lui, non si pone. «No – ha risposto a una domanda in merito tornando dal Brasile –. L’ha detto Giovanni Paolo II, ma con una formulazione definitiva. Quella è chiusa, quella porta». Ciò non significa che egli non sia a favore di una reale emancipazione femminile che porti le donne a riscoprire, Vangelo alla mano, il loro ruolo anche nella Chiesa. Si tratta di valorizzarle ad esempio nei posti di comando. In Evangelii gaudium, non a caso, egli si chiede se sia proprio necessario che il prete stia in cima a tutto. Ciò dà luogo a un immobilismo clericale che a volte sembra aver paura di lasciar spazio alle donne.
Si sa che è allo studio una nuova Congregazione vaticana dedicata ai laici. Qui, con ogni probabilità, verranno messe nei posti di responsabilità delle donne. Anche se già molto ha fatto Francesco nel suo pontificato: nell’organismo creato per la prevenzione della pedofilia, su 17 membri 8 sono donne. E, in generale, è in tutto il Vaticano che il numero delle donne è cresciuto negli ultimi anni. Nel 2014 lavoravano tra gli impiegati della Curia e degli enti collegati 391 donne, oltre il 18% del personale. Mentre quattro anni fa, nel 2011, erano impiegate 288 donne, il 17% degli impiegati.