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 2015  aprile 29 Mercoledì calendario

Tumori, 6 pazienti su dieci guarisco. L’Italia è tra i primi paesi europei per numero di persone che sono uscite dalla malattia. Prostata e seno sono i più diffusi

Nella battaglia tra il paziente e il cancro l’Italia, in questo momento, vede vincere il paziente. È vero, i casi continuano ad aumentare ma sale anche il numero degli uomini e delle donne che guariscono. Un piccolo grande primato italiano. Oggi sei persone malate su dieci riescono a sconfiggere il tumore. E la mortalità, dal 1996, è scesa del 20%.
LA DIAGNOSI
Ancora qualche numero per spiegare la situazione che gli specialisti dell’Aiom, Associazione italiana di oncologia medica hanno presentato al Senato: il 57% dei maschi e il 63% delle femmine colpite da neoplasia si liberano dalla malattia. Particolarmente elevata la sopravvivenza dopo cinque anni dalla diagnosi per neoplasie frequenti come quella del seno (87%), della prostata (91%) e del colon retto (64% uomini e 63% le donne). «Queste percentuali – sono gli oncologi a dirlo con orgoglio nonostante non risparmino critiche ai nuovi “buchi” finanziari del nostro sistema sanitario e la difficoltà in molte regioni a poter disporre dei nuovi farmaci – collocano l’Italia fra i primi paesi in Europa per numero di guarigioni».
Anche la sopravvivenza è aumentata, dunque, e cambia, migliorando la qualità della vita, mano a mano che ci si allontana dal momento della diagnosi. Su questo risultato positivo complessivo ha influito il “successo” medico del post cura (chirurgia, radioterapia, chemio) nei tumori più frequenti: colon retto, il seno e la prostata. Tra le donne, il cancro alla mammella resta al primo posto seguito dal colon-retto, il polmone, la tiroide e il corpo dell’utero. Tra gli uomini, il carcinoma della prostata è in testa seguito dal polmone e dal colon retto.
FUMO E ALCOL
Un certezza viene ribadita dagli oncologi: il 40% dei tumori è potenzialmente prevenibile. Limitando al massimo il fumo (il 25-30% dei tumori è correlato al tabacco), moderando l’alcol (il consumo di bevande alcoliche aumenta il rischio di cancro del cavo orale, della faringe, dell’esofago e della laringe), aumentando le porzioni quotidiane di frutta e verdura soprattutto crude (proteggono da neoplasie a carico degli apparati digerente e respiratorio), controllando il peso (l’elevata assunzione di grassi costituisce un importante fattore di rischio per il colon-retto, la prostata e anche l’utero), praticando sport (i sedentari hanno una probabilità del 20-40% superiore di ammalarsi rispetto a chi fa attività), evitando lampade solari e facendo particolare attenzione a nei e noduli, proteggendosi dalle malattie sessualmente trasmesse (il 15-20% dei tumori deriva da infezioni che possono essere evitate), dimenticando le sostanze dopanti (fanno salire il rischio per il fegato, la prostata e i reni).
«La prevenzione, purtroppo, continua a non essere uguale in tutto il paese e il 15% degli esami di imaging ad alto costo risulta essere inutile o evitabile», denuncia il presidente dell’Aiom Carmine Pinto. E non solo. «Oggi – aggiunge – ci vogliono fino a 60 giorni per un’operazione di chirurgia, ma con le reti oncologiche, quindi un collegamento vero tra i vari centri, si potrebbero abbattere del 30% questi tempi. Per i nuovi farmaci, inoltre, è necessario un fondo ad hoc».
GLI ESAMI
Dal ministro della Salute Beatrice Lorenzin un appello: «Bisogna dire alla gente che questa malattia si può guarire ma che non bisogna aver paura di fare gli esami di screening. La prevenzione è fondamentale».
Si guarisce di più, dunque, ma è pur vero che i casi continuano ad aumentare: 370mila ogni anno sono le persone che si ammalano di tumore, con mille nuove diagnosi al giorno.