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 2015  aprile 27 Lunedì calendario

«Il Milan è la storia del calcio». Per questo Bee Taechaubol lo vuole a tutti i costi. Il Thailandese, a Milano da ieri, è intenzionato a portarsi a casa il 30% del club dell’ex Cavaliere per poi passare alla maggioranza con un successivo aumento di capitale. L’accordo, siglato con un selfie, pare essere alla stretta finale

Bee Taechaubol è sbarcato ieri a Milano per prendersi il Milan: «Per me è l’unica opzione, non ho mai preso in considerazione nient’altro nel calcio. Ho ricevuto tre proposte per club della Premier League: Watford, Southampton e Sheffield. Ma le ho rifiutate perché il Milan è la storia del calcio». La trattativa è alla stretta finale, anche se la cordata cinese di Richard Lee tenta l’estrema rimonta. L’Asia Pacific Exchange and Cooperation Foundation, nata nel 2002 con base negli Usa a Seattle per promuovere la cultura dell’Asia, sottolinea il contatto diretto con Fininvest. «In merito alle recenti dichiarazioni di Mr Fu Yixiang, vice-presidente della Camera di Commercio italo-cinese, precisiamo che non ha affatto un ruolo di rappresentante di Silvio Berlusconi per negoziare con gli investitori cinesi. Siamo in possesso di una lettera dell’ad di Fininvest, che conferma di trattare l’operazione Ac Milan con il consorzio cinese soltanto attraverso Apec e Richard Lee».La novità, però, viene accolta con flemma asiatica da Bee Taechaubol. Il 41enne finanziere tailandese è sbarcato ieri pomeriggio a Malpensa e si è sistemato in un cinque stelle nel centro di Milano, più che convinto di potere respingere qualunque assalto. L’obiettivo è ottenere da Fininvest – già nei prossimi giorni – il diritto all’esclusiva, dopo 6 mesi di incontri tra i consulenti e il memorandum d’intesa firmato un mese e mezzo fa, per diventare entro fine maggio socio di minoranza, col 30%, per poi passare alla maggioranza con un successivo aumento di capitale. Che sia arrivato il momento decisivo, lo rivelano anche le indiscrezioni che arrivano da ambienti politici: nel fine settimana Berlusconi avrebbe passato tutto il tempo a occuparsi di Milan. E non soltanto per mandare in ritiro punitivo i giocatori reduci dalla sconfitta “ignominiosa” di Udine.Il feeling tra l’ex Cavaliere e Mr Bee è scattato insieme al selfie che a marzo, nell’ultima delle due visite di Taechaubol ad Arcore, l’acquirente potenziale e il padrone di casa si concessero, come gesto sostitutivo della vecchia stretta di mano. La foto li ritraeva sorridenti, mentre indicavano sul mappamondo di Villa San Martino la Thailandia. L’immagine scherzosa sdrammatizza l’evento, a suo modo storico: stavano per cadere in un colpo solo il tabù della vendita del Milan e il mito dell’eternità del Berlusconi demiurgo.Ammesso da re Silvio con i politici Forza Italia in gennaio, lo smarcamento dal ramo più secco della holding di famiglia fu inaugurato 5 anni fa dalla primogenita Marina, presidente di Fininvest, che lo lasciò intendere all’ Equipe. «Ritengo immorali certi stipendi dei calciatori». A Galliani fece sapere che non sarebbe più stata disposta ad accollarsi il deficit annuo, se non per cifre modeste. Ancelotti emigrò in Inghilterra e il Milan iniziò a fare cassa vendendo i suoi campioni: prima Kakà, poi Ibra e Thiago Silva. Il problema è sempre finanziario: il deficit da record del bilancio 2014, vicino ai 92 milioni come anticipato da Repubblica. Per evitare di portare i libri in tribunale, servirebbe un aumento di capitale di almeno 100 milioni. Il parco giocatori è depauperato e il centro sportivo di Milanello rappresenta il solo patrimonio immobiliare.La valutazione di un miliardo attribuita al Milan appare più che altro legata al marchio e resta esagerata. Fa parte della campagna di cessioni che Fininvest ha messo in atto e che ha già portato nelle casse della holding di famiglia oltre un miliardo di euro, grazie alla cessione dell’8% di Mediaset, del 10% di Premium e del 5,6% di Mediolanum. A cosa serviranno? Qualcuno sostiene un possibile ingresso in Telecom per cercare collaborazione tra chi ha i contenuti (Mediaset) e chi possiede il modo per trasmetterli via internet.In ogni caso, Mr. Taechaubol è consapevole che il Milan costa caro. E con lui gli altri investitori che ha raccolto nel consorzio. La famiglia, che ha fatto fortuna nel settore immobiliare anche in Australia, ha stretti rapporti con il governo di Bangkok e ora anche con quello di Pechino, grazie all’accordo col ministero dell’Educazione per gestire l’accademia per il calcio obbligatorio nelle scuole.Il governo di Xi Jinping è il convitato di pietra nella trattativa. In entrambe le cordate sono presenti società controllate dallo Stato: il pallone è strumento di propaganda politica, come dimostra l’acquisto del gruppo Infront da parte di Wanda. Non è ancora chiaro se nel consorzio di Taechaubol figuri il discusso Nelio Lucas, titolare del fondo Doyen, proprietario di cartellini di giocatori importanti, come il colombiano Falcao: una pratica che l’Uefa vuole vietare, spingendo personaggi come Lucas a entrare direttamente nel capitale dei club. Ma nel suo piano di rilancio sportivo l’eventuale squadra thai avrebbe un’anima molto italiana e un vero simbolo del Milan come garante: Paolo Maldini in veste di direttore sportivo. L’altro garante di uno staff all’inglese, stile Manchester di Ferguson, sarebbe Lippi direttore tecnico. Il ct campione a Berlino sarebbe supervisore con in panchina il capitano di quel Mondiale, Fabio Cannavaro (l’artefice del contatto con Taechaubol, sponsor della sua Gls), e completato da Massimo Oddo, altro reduce del 2006 e delle ultime vittorie milaniste. Tra le suggestioni spiccano Gattuso e Nesta, altri due eroi del pantheon rossonero. I tifosi attendono segnali, oltre ai selfie di Arcore.