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 2015  aprile 27 Lunedì calendario

La sfida delle donne americane: «Una di noi su una banconota». Una campagna partita da una bimba di 9 anni. Così oltre 400mila persone hanno votato per una candidata da mettere sui 20 dollari

«Caro Signor Presidente, ti scrivo per sapere perché non c’è nessuna donna sui dollari americani», ha scritto l’anno scorso Sofia, nove anni a Barack Obama. E, oltre a una lettera da 1600 Pennsylvania Ave., la bambina ha ricevuto in risposta anche le parole del presidente in un discorso in Kansas: «Una bella idea».
Da diversi mesi, Sofia è diventata uno dei volti di una campagna popolare – «Women On 20s» – che ha da poco trovato l’appoggio di una senatrice democratica, Jeanne Shaheen. L’obiettivo è quello di avere entro il 2020, anniversario dell’introduzione del XIX emendamento che assicurò il diritto di voto alle americane, il volto di una donna sui dollari. Sarebbe una prima storica ma forse, per quella data, la novità di un sorriso femminile sui verdi biglietti potrebbe essere già stata sgonfiata dalla ben più storica entrata di una donna alla Casa Bianca. Nel suo primo discorso dopo l’annuncio della sua candidatura a presidente, Hillary Clinton giovedì a New York ha fatto capire che la sua campagna elettorale metterà al centro proprio il fattore femminile: «I diritti delle donne sono i diritti umani», ha detto. «Non è soltanto una questione di donne: sappiamo che quando le donne sono forti, le famiglie sono forti. Quando le famiglie sono forti, i Paesi sono forti. Quindi, non si tratta soltanto di scatenare il completo potenziale femminile». La battaglia per la conquista del dollaro si muove dunque con il giusto tempismo, mentre si rafforza la possibilità di un primo presidente donna degli Stati Uniti. Le banconote fanno parte della vita quotidiana degli americani – ha spiegato la senatrice Shaheen – devono riflettere «valori», «tradizioni», «storia» del Paese, quindi le donne non possono non essere rappresentate. «Il posto di una donna è sui soldi», è lo slogan della campagna appena atterrata al Congresso.
Non soltanto George Washington, Abraham Lincoln, Alexander Hamilton, dunque, a entrare e uscire dai registratori di cassa di tutta l’America. Finora, due donne, la riformista e femminista Susan B. Anthony e Sacagawea, nativa americana che accompagnò Meriwether Lewis e William Clark nella loro leggendaria esplorazione dell’America Nord-occidentale dal 1804 al 1806, erano finite sul denaro, ma soltanto sulle monete da un dollaro scarsamente in circolazione e poco apprezzate. Oltre 400mila persone hanno votato nei mesi scorsi online tra una rosa di candidate da imprimere sui biglietti da 20 dollari, dove ora campeggia il volto di Andrew Jackson. Il settimo presidente americano, spiega il sito di «Women On 20s», è un politico controverso perché nel 1830 ha sostenuto al Congresso l’«Indian Removal Act» che portò al trasferimento forzato di migliaia di americani. Per la campagna, dunque, si potrebbe sacrificare la sua fama per fare spazio a una donna e la lista di cento nomi illustri dopo la votazione è scesa a una manciata di candidate: l’attivista del movimento per i diritti civili Rosa Parks, l’abolizionista Harriet Tubman, la First Lady Eleanor Roosevelt, la prima donna capo della nazione indiana dei Cherokee, Wilma Mankiller. Sofia, la bambina firmataria della lettera a Obama, ha incluso nella sua proposta una lista in cui compaiono l’attivista e direttore di giornale Ida B. Wells, la teologa puritana Anne Hutchinson, Abigail Adams, moglie del primo vice presidente e secondo presidente degli Stati Uniti, John Adams, e madre del sesto leader americano, John Quincy Adams.