Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2015  marzo 31 Martedì calendario

Chiusi gli ospedali criminali: ora ci sono 780 pazzi da sistemare. Entra in vigore la legge che cancella gli ex manicomi giudiziari. I detenuti devono essere smistati in residenze protette, ma le Regioni sono inadempienti: mancano ancora centinaia di posti

Da domani 200 killer tornano in libertà. Non è uno scherzo del primo aprile, ma l’effetto di una legge, fortemente voluta da Ignazio Marino, che impone di aprire la porta agli attuali 780 internati nei sei ospedali psichiatrici giudiziari italiani. Solo 580 di loro, tuttavia, sanno in teoria dove traslocheranno. Per i rimanenti altri non c’è posto da nessuna parte. Il rischio che qualche potenziale Hannibal Lecter trovi il modo per approfittarne, è alto.
Qualche Regione ha già provveduto ad attivare le strutture sostitutive, cioè le Rems, residenze per l’esecuzione della misura di sicurezza sanitaria. Rimarranno comunque ancora aperti per un po’ tutti i vecchi manicomi criminali di Castiglione delle Stiviere, in provincia di Mantova, e di Montelupo Fiorentino, nei dintorni del capoluogo toscano, così come quelli di Barcellona Pozzo di Gotto (Messina), Napoli, Aversa (Caserta) e Reggio Emilia, in attesa che si trovi una soluzione. Trovare un posto da dormire e un luogo dove passare la giornata ai «pazzi pericolosi» non è così difficile in fondo. Collocarli in un ambiente non ostile è un altro conto. Tanto più che «si tratta di persone che hanno diritto a un percorso riabilitativo ma non scordiamoci che possono rappresentare un serio pericolo per se stesse e per gli altri», spiega la capogruppo regionale di Popolo toscano, Marta Gazzarri. Se poi il progetto della giunta guidata da Enrico Rossi è di trasferirne una trentina (su 117, di cui alcuni risultano pedofili) a Careggi, nei pressi dell’Ospedale pediatrico Meyer di Firenze, a poca distanza dai bambini, è chiaro che qualcuno si preoccupa. Tanto più che non saranno più gli agenti di polizia penitenziaria a vigilare e a evitare violenze. Non si sa che fine faranno nemmeno gli operatori amministrativi e sanitari presenti nella struttura, attualmente ospitata in un’ex villa medicea di Montelupo Fiorentino. Che è anche il paese nel cui consiglio comunale è stato eletto un personaggio eminente come il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Luca Lotti. Il segretario toscano della Lega Nord, Marco Cordone, sottolinea che «negli ultimi dieci anni sono stati spesi quasi otto milioni di euro per mettere a norma l’edificio e i suoi impianti». E se poi il complesso, come si vocifera, fosse destinato a divenire un resort turistico di lusso, quel denaro sarebbe stato impiegato inutilmente.
Inoltre, per il momento, solo dieci Regioni e una Provincia autonoma potranno contare già dal primo aprile su Residenze funzionanti. Si tratta di Val d’Aosta, Lombardia, Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Lazio, Campania, Basilicata, Sicilia e Sardegna, oltre alla Provincia Autonoma di Bolzano. A queste potrebbero aggiungersi Abruzzo e Molise frenate solo da un giudizio amministrativo pendente davanti al Tar. Il Veneto, invece, non ha ancora individuato le soluzioni logistiche per l’attuazione della riforma, il Piemonte, pur avendo individuato soluzioni, non ha fornito i relativi atti deliberativi. Altre sei Regioni e la Provincia Autonoma di Trento hanno individuato soluzioni per le quali, tuttavia, i tempi di effettiva attivazione, in relazione a lavori e procedure da ultimare variano da pochi giorni (il caso delle Marche che conta di attivare la propria struttura il 15 aprile prossimo) fino al massimo del primo settembre 2015 (il caso del Piemonte). Le altre sono l’Umbria, che congiuntamente alla Toscana utilizzerà la struttura di Careggi dalla fine di maggio, il Friuli Venezia Giulia e la Puglia, che prevede l’attivazione delle proprie Rems il prossimo maggio, e la Calabria, che stima in 120 giorni il tempo necessario per l’attivazione di una struttura transitoria e intanto ha chiesto disponibilità alle Regioni limitrofe per ospitare i pazienti calabresi non dimissibili attualmente in Opg, e la Provincia Autonoma di Trento che conta di essere pronta il prossimo primo luglio.
Così, di proroga in proroga, si arriverà alle ferie estive, poi ci si ripenserà a settembre e infine verrà Natale e il 2015 sarà trascorso. Nemmeno quei poveri «matti» meriterebbero di essere abbandonati a se stessi come accadde con la legge Basaglia del 1978, che chiuse i manicomi senza offrire alternative.