Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2015  marzo 30 Lunedì calendario

I pantaloni di Obama verranno quotati in Borsa. Così Cover 50, la società torinese che nel 2014 ha fatturato 24 milioni di euro, farà il grande salto per finanziare crescita ed espansione all’estero

I pantaloni Cover 50, indossati anche da Obama, sono pronti a entrare in Borsa. Entro l’estate la società torinese, che nel 2014 ha fatturato 24 milioni di euro, farà il grande salto per finanziare crescita ed espansione all’estero. Secondo fonti finanziarie, la quotazione sarà sul l’Aim di Piazza Affari, il segmento dedicato alle piccole e medie imprese. Bim, in qualità di nomad (sponsor), accompagnerà in Borsa il gruppo, guidato dall’amministratore delegato Edoardo Fassino, mentre Adb agirà da advisor (consulente finanziario).
L’avventura di Cover 50 parte nei primi Anni 70 quando Pierangelo Fassino, il padre di Edoardo, decide di dare una svolta trasformando l’azienda di famiglia, specializzata in tessuti, in un produttore di pantaloni. Il marchio di riferimento del gruppo diventerà Pt Pantaloni Torino. Negli Anni 80 Cover 50 cresce sviluppando prodotti di fascia media, ma negli Anni 90 le cose si complicano a causa di concorrenti europei e soprattutto del Far East, sempre più agguerriti che puntano sul low cost. A quel punto Pierangelo ed Edoardo, che in quegli anni era appena entrato in azienda, decidono di cambiare strategia ancora e fanno una scelta drastica: lanciano pantaloni di fascia più alta per far crescere il marchio. Una scelta rischiosa che ha portato i vertici a rivoltare l’azienda come un calzino, ma che ha permesso non solo di salvarla ma anche di rilanciarla. Pian piano i tre marchi si sviluppano: Pt01, pantaloni informali e creativi vengono venduti con successo, poi è la volta dei jeans, con il denim Pt05, da ultimo i Pt01 donna. Capi che oggi vengono indossati da personaggi del mondo della moda, dello spettacolo, della politica e degli affari. I pantaloni di Cover 50 sono per esempio entrati nel guardaroba del presidente americano Barack Obama, re Juan Carlos di Borbone e Marco Tronchetti Provera.
Nello stabilimento di Pianezza (Torino), che dà lavoro a una quarantina di dipendenti, ogni anno vengono prodotti oltre 300 mila capi. I ricavi crescono in media al ritmo del 18% l’anno. Il 60% del fatturato viene realizzato all’estero: il Giappone è il primo mercato, seguito da Germania, Olanda, Belgio e anche Russia.
Il gruppo, che si appoggia a rivenditori come San Carlo, Vestil, e all’estero a catene di abbigliamento di lusso come Barneys e Saks, ha poi showroom a Milano, Tokyo e Monaco di Baviera. E grazie ai proventi della quotazione ne aprirà altri. In futuro Cover 50 potrebbe inaugurare atelier in America e in Cina, ma con un occhio più alla crescita interna piuttosto che fare acquisizioni all’estero.