Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2015  marzo 30 Lunedì calendario

Il grillino Luigi Di Maio ci va giù duro contro Landini: «È soltanto un nostalgico della falce e martello, il suo movimento è inutile. A noi servono i numeri per approvare il reddito di cittadinanza, e non li ha. Meglio collaborare con il Pd e Sel»

«Noi collaboriamo con chi può essere utile. Non vedo come possa esserlo Maurizio Landini, che non ha voti in Parlamento e rappresenta un mondo da cui siamo totalmente distanti». Il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio gela ogni ipotesi di dialogo dei 5 stelle con il leader della Fiom.
Su reddito di cittadinanza e jobs act, farete fronte comune con la coalizione sociale di Landini?
«Per fare approvare il reddito di cittadinanza ci servono i numeri. Sono tutti i benvenuti, ma Landini non ne ha. In più, non si è capito nulla di quello che vuol fare. È un nostalgico, ha come punto di riferimento vecchie ideologie: la falce e il martello, l’esaltazione del sindacato come mediazione necessaria tra Stato e cittadini. Piuttosto, sulla nostra proposta di legge, spero che le opposizioni in Parlamento si muovano. Io ho firmato ieri la petizione di Libera che chiede una legge in cento giorni. Ne rimangono 84».
Sembra che su Landini la pensi come Matteo Renzi. È così?
«La differenza tra noi e Renzi la vediamo nella riforma della Rai. Il premier vuole togliere di mezzo tutto quel che non è se stesso, vuole solo comandare. Noi invece avviciniamo le istituzioni ai cittadini attraverso strumenti di democrazia diretta. E prendiamo atto del fallimento di una struttura – il sindacato – che non ha più senso di esistere. Come le ideologie».
Non potreste collaborare neanche su un referendum per abrogare il jobs act?
«Il jobs act va cancellato, quello che vuole fare Landini al riguardo, però, non l’ho capito. È un metodo, avvolgere di mistero le proprie intenzioni per attirare i media. Quella legge pensiamo ad abrogarla in Parlamento. E se sarà necessario un referendum, non è detto che a promuoverlo sia la coalizione sociale della Fiom».
Sapeva dell’incontro di Landini con i vostri capigruppo? Ci è rimasto male?
«Non ne sapevo niente, ma non ci sono rimasto male perché rientra nelle consultazioni che facciamo con le parti sociali. Ascoltiamo tutti, anche Confindustria».
Sul reddito di cittadinanza, crede che riuscirete comunque a creare un fronte in Parlamento, magari con Sel e minoranza Pd?
«Sono molto fiducioso. L’unico modo per aiutare questo Paese è dichiarare illegali povertà e miseria. Faremo una grande mobilitazione nazionale sul reddito di cittadinanza, e spero che anche un partito di coccio come il Pd ne capisca l’importanza. Vogliamo presentare ai cittadini gli italiani che ne stanno usufruendo in altri Paesi per far capire come funziona. Un amico con cui facevo il cameriere...».
Faceva il cameriere?
«Sì, fino a un anno prima di entrare in Parlamento. Questo mio amico è andato a farlo in Gran Bretagna perché guadagnava di più. Ha perso il lavoro, ma lo Stato lo ha chiamato, gli ha dato un reddito, lo ha formato come saldatore e lo ha aiutato a trovare un nuovo impiego. La legge che proponiamo creerà 10 milioni di nuovi consumatori presso l’impresa e l’edilizia, farà ripartire il mercato degli affitti».
Cosa pensa di quel che ha scritto Grillo sul blog, che Renzi è come il pilota tedesco della Germanwings?
«Come al solito c’è stata una grande strumentalizzazione mediatica. Quando i partiti dicono sciocchezze non succede nulla, qualsiasi cosa dica Beppe – che ha sempre usato questo tipo di provocazioni e che io ho sempre sostenuto – tutti a giudicare. Stanno strumentalizzando anche Alessandro (Di Battista, ndr), perché un boss della mafia romana ha condiviso un suo post. È assurdo: il Pd che è coinvolto in Mafia capitale – si permette di dare lezioni. Quando l’unica verità è che per combattere la mafia a Roma bisogna smettere di votare Pd».