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 2015  marzo 30 Lunedì calendario

La Rossa & il Rossi, così l’Italia torna a vincere. Vettel riporta la Ferrari sul gradino più alto del podio domando la Mercedes, Valentino trionfa piegando la resistenza di Dovizioso e Iannone

Una domenica speciale, nata bene all’ora del caffè con il trionfo a Sepang e chiusa alla grande in Qatar con la vittoria di Rossi in un podio tutto tricolore, reso vivace da Dovizioso e Iannone, ragazzi in gamba in sella alla Ducati. Rossa (Ferrari), Rossi (lui) e ancora Rossa (Ducati). Emozioni tante, ma anche talento, velocità, sorpassi e rischi, mai dimenticare che questa gente mette in gioco a ogni curva la propria pelle. Andiamo per ordine, cercando di svelare i segreti di una prima vittoria, quella di Vettel. C’è la squadra, il gruppo, l’aiuto, il lavoro senza mai guardare l’orologio, ben riassunta questa vita dalle parole di Maurizio Arrivabene («piedi piantati a terra e testa bassa a lavorare...»), il capo che nasconde le emozioni perché gli piace fare il duro, lo è, ma è capace di commuoversi, ha un cuore generoso, lo abbiamo visto in questi 25 anni di F1. Una squadra che ha una macchina nata sotto il governo spodestato di Montezemolo e dall’idea di Tombazis, giustamente messo alla porta dopo tante idee sbagliate. Nettamente migliorata sotto il governo attuale di Marchionne & Arrivabene, alla guida di altri tecnici, altre idee, altri calcoli, altri guizzi, altri pensieri, altri ritmi. Ultimo (ma non ultimo) segreto è Vettel, pilota da squadra, che fa squadra, un fuoriclasse atipico perché senza gli egoismi del fuoriclasse. Non a caso la prima cosa che ha fatto sotto la bandiera a scacchi è stata dire «grazie», la seconda pensare a Schumacher (buon segno). Schumi, un cannibale come Rossi che a 36 anni si diverte e corre come un ragazzino, impartendo lezioni a piloti rampanti come Dovizioso e Iannone. Il colpo finale è quello del killer che non sbaglia mai, ha battuto la Ducati: questo è stato il suo divertimento più sottile, perfido in una domenica davvero speciale. Un giorno reso grande anche da Luca Paolini, 38 anni, una vita da gregario in un giorno da campione alla Gand-Wevelgem.