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 2015  marzo 27 Venerdì calendario

Quanto proseguirà il delirio sulla “corruzione” intesa come problema prioritario del Paese? E ammesso che pure lo sia - e assolutamente non concesso - quanto proseguirà il delirio su sempre nuove leggi che gettano fumo negli occhi e hanno l’aria di poter peggiorare il problema, o di crearne di nuovi?

La domanda generale resta questa: quanto proseguirà il delirio sulla “corruzione” intesa come problema prioritario del Paese? E ammesso che pure lo sia – e assolutamente non concesso – quanto proseguirà il delirio su sempre nuove leggi che gettano fumo negli occhi e hanno l’aria di poter peggiorare il problema, o di crearne di nuovi?
Ordunque: visto che tutti abbondano di risposte e che entro una settimana (forse il 1° aprile, sul serio) il disegno di legge sulla corruzione rischia di arrivare il Senato, non guasteranno poche domande rivolte a quanti – praticamente tutti, un Paese intero – sembrano avere in tasca ogni verità sulla maniera giusta di combattere la corruzione. Vai con la prima.
1) Come si concilia un aumento della prescrizione (per la corruzione) con l’urgenza di abbreviare i tempi della giustizia? Che fine farà l’emendamento di Pd-Scelta civica che ha proposto che si passi da 10 anni a quasi 22? Considerando che tre quarti delle prescrizioni matura durante le indagini preliminari, non accadrà che i pm se la prenderanno ancora più comoda? Ma gli italiani sono al corrente che la corruzione si prescrive mediamente solo il 10 per cento delle volte, contro il 50 per cento dei reati edilizi e ambientali? Perché i magistrati incolpano sempre i politici o meglio la legge ex Cirielli (che diminuì i termini di prescrizione e aumentò le pene per i recidivi) che pure dal 2005 ha fatto passare il prescritti da 210mila a 113mila? Perché, in altre parole, accanirsi contro una legge che dal 2006 ha dimezzato le prescrizioni?
2) Ma perché allora non abolirla del tutto, la prescrizione? Perché non fare come fecero solo la Germania nazista e la Russia stalinista, che la cancellarono? C’è nessuno, tra i giuristi di governo che si accalcano in televisione, disposto a spiegare che cosa sia esattamente la prescrizione, e perché appartenga alla civiltà giuridica dei sistemi penali d’Occidente? Spiegare che non è solo un’invenzione diabolica per assicurare impunità ai colpevoli, ma anche un istituto che dovrebbe tutelare un corretto accertamento dei fatti?
3) Il testo in discussione prevede il solito inasprimento delle pene: c’è consapevolezza che gli inasprimenti piacciono molto alla gente incazzata ma, come politica penale, mediamente non fanno calare i reati?
4) Perché si invocano sempre nuove leggi? Come le hanno fatte tutte le inchieste sulla corruzione degli ultimi vent’anni? Mani pulite non usò praticamente neanche le intercettazioni (vabbeh, usò la galera) mentre la recente inchiesta sul Mose di Venezia, probabilmente l’inchiesta sulla corruzione meglio condotta e più eclatante degli ultimi vent’anni, è stata fatta con un uso moderato delle intercettazioni e della custodia cautelare. C’è consapevolezza – come tutti sanno – che più si allunga la filiera dei controlli e più si creano interstizi discrezionali in cui la corruzione può germinare?
5) Si legge che il patteggiamento per reati di corruzione verrà reso meno accessibile e sarà concesso solo se l’imputato avrà restituito il maltolto: bene, ma c’è consapevolezza che l’ingolfamento del nostro sistema penale è dovuto essenzialmente allo scarso ricorso ai riti alternativi, cuore dei sistemi anglosassoni che a dibattimento non ci vanno quasi mai? Non bisognerebbe – pur introducendo nuove regole – agevolare comunque i patteggiamenti anziché renderli sempre più complicati e “calati dall’alto”?
6) Si apprende di “sconti di pena per chi collabora con la giustizia": ma perché, non ci sono già? A parte che i patteggiamenti e in generale i riti alternativi prevedono proprio questo: a processo un atteggiamento collaborativo non viene al solito premiato? Sia dalle richieste dell’accusa sia dalle decisioni del giudice? Serve una codifica?
7) I grillini si sono rammaricati della bocciatura di un Daspo per i corrotti (un’interdizione come quella per i tifosi di calcio) ma l’idea strampalata fu avanzata anche da Matteo Renzi nel giugno scorso; in questi giorni, peraltro, c’è il senatore Lucio Barani (Gal) che per i corrotti ha proposto provocatoriamente la fucilazione in piazza: siamo sicuri, tra Daspo e fucilazione, che l’idea più cretina sia quest’ultima?
8) Forse non meriterebbe commento, ma l’idea di usare contro i corrotti le stesse armi usate contro i mafiosi è già stata avallata dal segretario dell’Associazione magistrati; ebbene, ieri Antonio Mazzone (avvocato che lavora con Nicola Gratteri) sul Fatto Quotidiano ha proposto direttamente il 416 ter, cioè l’associazione per delinquere di stampo corruttivo tipo quella per i mafiosi, o meglio “una specifica figura di reato associativo: l’associazione con finalità di gestione e di controllo della pubblica amministrazione": prego rileggere bene, please, perché ha appena descritto, in potenza, una qualsiasi associazione politica o partito politico. Da immaginarsi i danni che potrebbe fare un’indagine che consideri indiziato un raggruppamento che abbia” finalità di gestione e di controllo della pubblica amministrazione”. Neanche durante Mani pulite – quando pure si volle processare “un sistema” – i magistrati si sognarono di estendere i disgraziati reati associativi anche alle associazioni politiche. Ci stiamo arrivando. Alla follia.