Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2015  marzo 27 Venerdì calendario

La Lega perde tre parlamentari tosiani ma guadagna Barbara Saltamartini, ex Ncd. Ora il gruppo del Carroccio alla Camera è sotto quota venti, il numero minimo, ma Salvini aspetta altri deputati

L’annuncio ufficiale arriverà oggi: Barbara Saltamartini aderirà al gruppo della Lega alla Camera. L’ex portavoce nazionale del Nuovo centrodestra è il primo innesto esterno al Carroccio dopo che ieri la scissione si è consumata: sei parlamentari vicini al sindaco di Verona Flavio Tosi hanno infatti abbandonato i gruppi leghisti, tre alla Camera e altrettanti al Senato.
E per la Lega nasce un problema: per formare un gruppo, occorrono almeno venti deputati. A causa delle uscite di ieri, il movimento fondato da Bossi è sceso al di sotto di tale soglia. La Lega avrebbe potuto chiedere una deroga temporanea, ma la linea scelta è stata diversa: i fuoriusciti saranno sostituiti da altrettanti nuovi ingressi. Ma i nomi degli altri «neo leghisti» saranno resi noti soltanto nelle prossime settimane: l’obiettivo sarebbe quello di concludere con una prima «tranche» di adesioni, un paio di deputati, prima di Pasqua.
Dei futuri innesti esiste però un identikit. Non saranno, pare, fuoriusciti dal Movimento 5 Stelle come si era invece sentito nelle scorse settimane. Si tratterà invece di parlamentari eletti nelle liste del Pdl, tutti provenienti dalle regioni del Sud. Tra l’altro, in Lega c’è chi sostiene che almeno un paio di loro (sui quattro possibili) al momento non siano nel gruppo misto ma ancora nel partito originario, Ncd o forse Forza Italia.
Ma nella Lega, appunto, continua il tormento. In Senato, hanno lasciato il gruppo tre donne: Patrizia Bisinella, Emanuela Munerato e Raffaela Bellot. Alla Camera, l’addio al movimento è arrivato da Matteo Bragantini, Roberto Caon e Emanuele Prataviera. Confluiranno come nel gruppo misto con il nome «Federalismo, autonomie e libertà». In una nota, gli «scissionisti» hanno fatto esplicito riferimento all’espulsione di Flavio Tosi dalla Lega, che sarebbe avvenuta «in modo scorretto e illegittimo dal punto di vista statutario e politicamente non comprensibile». Salvini, però, ha preso la notizia con un’alzata di spalle: «Preoccupato? No, auguri. Mi salutino Fini e Alfano». Risposta di Tosi: «Se vuole salutare Alfano, ha solo l’imbarazzo nella scelta degli intermediari: può farlo tramite Bossi o Calderoli, che sono stati a lungo ministri negli stessi governi in cui sedeva Alfano».
Patrizia Bisinella, che è la compagna di Tosi, parla di «un addio sofferto, un passaggio difficile per tutti noi. Ma l’obiettivo è quello di costruire un nuovo soggetto politico di cui il Veneto sarà il laboratorio». Secondo la senatrice, il futuro partito politico «ha ottime probabilità di diventare l’aggregatore di chi non si riconosce nella destra di Salvini».
Intanto, nel consiglio regionale del Veneto, la situazione è diventata paradossale: i consiglieri che hanno lasciato il gruppo leghista sono ormai più numerosi di coloro che sono rimasti nel gruppo della Lega Nord. È vero però che i sostenitori di Luca Zaia restano in numero superiore: con lui ci sono i tre consiglieri di «Prima il Veneto». E cioè, gli espulsi da Flavio Tosi. Il problema è che, intanto, per i problemi interni alla maggioranza il consiglio regionale non riesce ad approvare il bilancio.