Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2015  marzo 18 Mercoledì calendario

Il ritorno di Maurizio Costanzo e del suo Show: «Sarà la mia liturgia. Molta famiglia e niente politica»

Gli undici televisori sono sempre accesi. Tutti davanti a lui. Lo studio, ieri adiacente al Teatro Parioli, è ora in via Boezio: è l’unica cosa cambiata. Le piccole tartarughe, sopra la scrivania, continuano a essere il suo portafortuna preferito: “È l’animale che mi affascina di più, spero di somigliargli”. Maurizio Costanzo, 76 anni, riparte con un libro ad aprile per Mondadori Electa (Le mie televisioni) e con una nuova edizione del Maurizio Costanzo Show. “Quattro puntate in prima serata, su Rete 4, credo la domenica sera a partire dal 12 aprile”. La rete sta ipotizzando la messa in onda il giovedì: un’ipotesi al momento minoritaria, che comporterebbe la sfida con l’amico Michele Santoro: “Lo sento regolarmente. A rischio di sembrare retorico, ammetto serenamente di volergli bene”. Il Costanzo Show si era fermato nel 2009, dopo 27 anni e 4.391 puntate.
Perché queste quattro puntate?
Mentre ne parlo con te, un po’ di ansia mi viene. In questi anni non ho avvertito un bisogno urgente di ripartire. Poi, parlandone con il nuovo direttore di Rete 4, Sebastiano Lombardi, ho capito che dentro di me quel desiderio c’era. È un rischio, ma una chance presuntuosamente me la voglio ancora dare. È stata decisiva anche la radio.
La radio?
Faccio un programma su RTL 102.5 con Diaco e Federica Gentile, l’unica collega con cui mi sia trovato veramente bene in radio. In tanti mi dicevano che erano cresciuti con il Costanzo Show e gli mancava. Mi hanno dato forza. E poi mia moglie Maria: mi ha spinto molto.
Hai un obiettivo di share?
No, ma ammetto che se andrà bene riprenderò a settembre. Sempre su Rete 4, sempre in prima serata. La striscia quotidiana non la rifarei neanche sotto tortura, ma quella settimanale sì. Magari un’altra stagione, e poi basta.
Rete4 non ha lo stesso target di Canale 5. I big sono Nuzzi e Del Debbio.
Vero, anche se il Costanzo Show nacque comunque su Rete 4. Nuzzi lo conosco poco, Del Debbio lo conosco da sempre. Fa ascolti incredibili. Lo sottovalutano, ma è molto bravo: è un Funari che ha letto un libro.
I talk show politici sono in crisi.
Si somigliano e ce ne sono troppi, anche in contemporanea. Ho sempre pensato che il talk show debba essere un fritto misto: politica, sì, ma anche altro. Io l’ho capito subito, Vespa ci ha messo un po’ ma ci è arrivato anche lui.
Gli altri?
Gli altri funzionano se il talk show appartiene interamente a chi lo conduce. Giannini non è un animale televisivo, però ci crede. Floris è bravo. Il mio preferito della tivù oggi è Crozza: sa caratterizzare tutti con incredibile rapidità.
Alcuni degli ospiti della prima puntata, nel 1982, erano Paolo Villaggio, Eva Robins e Paola Borboni. Stavolta?
Sarà un Costanzo Show dedicato alla famiglia. Racconterò anzitutto lei, e poi ogni tanto qualche presentazione di libri. Nella prima puntata ci saranno le vedove di Corrado, Manfredi e Funari. Sappiamo davvero cosa sia la vedovanza? In tivù non l’ha mai raccontato nessuno.
Niente politici? Niente Renzi? Niente Salvini?
Se devo scegliere prendo Renzi, lo preferisco di gran lunga a Salvini. Scelta facile.
Renzi ti piace?
Piacere è una parola impegnativa. Mi sembra in gamba. La mia preferita è la Madia. È amica di mio figlio Saverio, una volta le ho scritto una lettera per complimentarmi per il suo atteggiamento fermo nei confronti della Pubblica amministrazione. E poi porta a scuola i figli da sola: sembra una cosa da nulla, ma è un bel segnale.
Davvero non inviterai Renzi?
Di politica preferirei non parlare. Però vorrei la moglie Agnese, ci stiamo provando. E poi Sgarbi con un figlio, Galeazzi con la figlia. Al centro di tutto ci sarà la famiglia.
Sei favorevole all’adozione per le coppie gay?
Totalmente. Conosco poco Dolce e Gabbana, ma sbagliano. Sto con Elton John. Ho due figli naturali e un figlio adottato. Aveva 11 anni, ora ne ha 24: il rapporto che ho con lui è identico a quello che ho con gli altri figli. Alle donne dico che, invece di soffrire con la fecondazione artificiale, dovrebbero adottare. Ci sono tanti bambini che ne hanno bisogno: perché non possono essere adottati anche da coppie gay?.
Richiamerai gli ospiti storici del “vecchio” Costanzo Show?
Nella prima puntata Iacchetti. Poi Sgarbi, Covatta, i fratelli Schettini, spero Camilleri. Ogni tanto qualche vecchio spezzone, come le due ospitate di Mattarella, ma niente revival.
Alla lista manca Enrico Vaime.
Non ci sarà, ma è un amico vero. Con lui mi diverto molto, per esempio su Raiuno con S’è fatta notte. Purtroppo adesso in Rai concepiscono la terza serata come spazio per sole repliche. Un errore.
Ti sei lasciato male con la Rai?
Al contrario. Ho ottimi rapporti con Leone e continuerò a fare qualcosa per Rai Storia.
Hai raccontato che, quando intervistasti Mastroianni a Bontà Loro, percepisti a un certo punto una “zip”: all’inizio era chiuso, poi si aprì.
La famosa ‘domanda zip’: a volte scatta e a volte no. Vorrei accadesse con tutti. Nella nuova stagione ci sarà anche Marina La Rosa, concorrente della prima edizione del Grande Fratello. Ecco, vorrei che la ‘zip’ scattasse pure con lei.
La liturgia resterà la stessa?
Hai detto bene: liturgia. Siamo passati dal Parioli agli studi De Paolis, ma è l’unico cambiamento. Stessa musica, stessa disposizione delle sedie, metà orchestra di Demo Morselli (lui ora è in Rai). Anche la redazione in buona parte è la stessa. E niente vallette, per carità. Guai a cambiare: la tivù è liturgia, è dire messa. Hai mai visto un prete dire Ite missa est a inizio cerimonia? Sarebbe un sacrilegio.
Tanto tempo, però, è passato.
Lo so. E so anche che la tivù generalista, entro 5 o 6 anni, morirà. Sono gli ultimi colpi. Ogni sera può succedere che il gioco è finito, l’ho capito ancora di più quando è scomparsa una mia collaboratrice storica, Luisella Testa. Tutto finisce. L’importante è avere le antenne dritte e capire quanto non è più il mio tempo.
Le tue antenne sono ancora dritte?
Spero e credo di sì.