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 2015  marzo 06 Venerdì calendario

Rai Way, situazione di stallo per il polo delle torri che tutti vogliono. La società che fa capo alla tv di Stato conferma la soglia del 51%, il gruppo partecipato da Mediaset ribadisce l’impianto dell’opas. La borsa le crede

L’uno, il presidente di Rai Way, lo dice in commissione Industria del Senato. L’altro, a capo di Ei Towers, lo mette nero su bianco nel comunicato diffuso ieri sera dopo una lunga giornata vissuta tra l’euforia di Piazza Affari e le prese di posizioni politiche. Ieri Camillo Rossotto, al vertice della società infrastrutturale controllata al 65% dalla Rai, di fronte ai senatori e poi ai giornalisti ha dichiarato: «In tempi non sospetti avevo parlato della razionalità di un polo infrastrutturale unico facendo riferimento a Paesi come la Francia (o la Spagna o l’Inghilterra, ndr), dove c’è un operatore indipendente in grado di ottimizzare gli investimenti».
Mentre Ei Towers  la fa emergere nel comunicato diffuso a mercati chiusi e dopo le richieste del senatore Massimo Mucchetti, presidente della commissione Industria di Palazzo Madama. «Eventuali modifiche alle condizioni dell’offerta dovrebbero mantenere inalterata la valenza industriale e i ritorni finanziari del progetto», si legge nella nota della società partecipata al 40% da Mediaset. Anche se allo stato attuale, si aggiunge, «è del tutto prematuro ogni giudizio su eventuali modifiche relative a singole condizioni, avulse rispetto al quadro complessivo, e in assenza di valutazioni compiute sul merito industriale del progetto e sulle condizioni economiche dell’offerta da parte di Rai Way  e del suo azionista».
Detto ciò, e nonostante il fatto che da entrambe le parti si continui a ribadire la fermezza delle posizioni (il 51% di Rai Way  deve restare a viale Mazzini, mentre l’opas è valida se raggiunge il 66,7% del capitale della preda), banche d’affari e la borsa scommettono nel matrimonio.
Lo dimostra il fatto che il titolo di Ei Towers, nonostante gli aut aut del Pd e l’esposto presentato dall’Adusbef alla Procura di Roma sull’eventuale reato di insider trading in merito all’offerta da 1,22 miliardi, è tornato a salire (47,6 euro, +2,8%) e Rai Way  ha toccato il nuovo massimo storico a 4,1 euro (+3%). «Un’aggregazione nazionale delle infrastrutture di trasmissione tv ha l’obiettivo di creare potenziale valore per gli azionisti delle due società e garantire al Paese un concreto rafforzamento industriale, all’interno di un quadro strategico ben definito», sostiene Ei Towers, che vuole creare il «campione nazionale», per escludere «l’ingresso anche in futuro di influenti player internazionali», dopo che la spagnola Abertis ha comprato le oltre 7 mila infrastrutture di Wind. In più se la Rai dovesse accettare l’offerta così come al momento proposta dal predatore incasserrebbe 550 milioni cash.
Al contempo Rai Way  diventerebbe azionista, al 15%, di un polo (Ei Towers  avrebbe il 30%) con oltre 5 mila impianti e forti prospettive di crescita, visto che per esempio il titolo del gruppo che fa riferimento a Mediaset  è balzato da 19 euro agli attuali 47. «Non posso dirlo in questo momento», ha tagliato corto l’ad dell’offerente, Guido Barbieri, dopo l’audizione in Consob, avvenuta ieri mattina a Milano in merito alle domande sulle possibili modifiche dell’opas. Ma è un altro segnale che lascia trasparire un’apertura in tale direzione.
Ora non resta da capire la posizione della Rai. «Avere un’unica infrastruttura costituisce un obiettivo ragionevole, in linea con l’Europa», dice Mucchetti, ma resta da capire se la Rai sia davvero disposta a scendere sotto il 51%. Ma in questo caso basterebbe anche un nuovo decreto del premier Renzi. Soprattutto se poi Ei Towers  fosse disposta ad accontentarsi di una partecipazione paritetica nella newco.