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 2015  marzo 06 Venerdì calendario

Spunta fuori anche il video di un combattente dell’Isis che parla in italiano. «Yalla, yalla, yalla, piano, piano, piano», si sente a un certo punto nel filmato trovato e analizzato da Globalist.it

E adesso spunta fuori anche il video di un combattente dell’Isis che parla in italiano. Fu nel giugno del 2013, quando ancora quasi nessuno sapeva cosa fosse l’Isis, che finì sui giornali la storia di Giuliano Ibrahim Delnevo: il 24enne genovese convertito all’islam morto in Siria combattendo contro le truppe di Bashar Assad. Poi si iniziò a parlare di Isis, e si seppe che era un chiodo fisso di questo gruppo la conquista di Roma. «Siamo a sud di Roma», è stato lo slogan lanciato al momento del radicarsi dei jihadisti in Libia. A febbraio si è saputo del 35enne bolognese di origine calabrese Giampiero Filangieri, arrestato addirittura a luglio dai curdi mentre tentava di arruolarsi con l’Isis. Appena sei giorni fa era saltato fuori un manifesto dell’Isis di 64 pagine scritto in italiano. E adesso per la prima volta c’è un filmato dello Stato Islamico in cui risuona la nostra lingua. Anche se resta qualche dubbio.
«Yalla, yalla, yalla, piano, piano, piano», si direbbe dal secondo 50 al secondo 61 di un video di 2 minuti e 35 secondi postato dall’Isis e trovato e analizzato da Globalist. Girato nel pressi del piccolo villaggio siriano di al-Naim, che fa parte del governatorato di Homs e si trova praticamente a ridosso del confine libanese, testimonia un «martirio», cioè un attacco suicida contro una postazione dei curdi del Pkk. Così almeno spiega il titolo «Operazione di martirio contro il Pkk»: ma c’è il dubbio che in realtà non si tratti del movimento dei curdi turchi, bensì di quello dei curdi siriani Ypg, che comunque al Pkk è vicino. Nel video si vedono gli ultimi preparativi dell’azione che si svolgono nelle campagne, con la fabbricazione dell’autobomba e poi la partenza di quello che appare un blindato artigianale verso il villaggio di al-Naim. Durante la manovra si vede il mezzo lasciare una strada asfaltata per immettersi, dopo un brevissimo tratto in discesa, in una via sterrata che va in direzione del villaggio. E a quel punto si sente fuori campo una voce che prima in arabo dice «Yalla, yalla, yalla». Vai, vai, vai. E poi aggiunge in italiano: «Piano, piano, piano». L’autobomba deve infatti passare dall’asfalto allo sterrato col rischio di saltare in aria.
L’ipotesi di Globalist è dunque che anche il «martire», cioè il guidatore dell’autobomba, fosse in grado di comprendere le istruzioni anche nella nostra lingua. Italiano di nascita, o straniero ma vissuto in Italia. La redazione araba di Aki-Adnkronos International ritiene invece che la voce non dica «piano, piano, piano» in italiano ma «ya rab, ya rab, ya rab» in arabo. Un’invocazione a Dio molto comune nell’arabo parlato. La stessa fonte ritiene anche che forse non si tratta dell’al-Naim al confine con il Libano, ma di un altro al-Naim nel nord-est siriano. Ma secondo il direttore di Globalist Gianni Cipriani alla versione di frasi in italiano verrebbe una conferma anche dalla nostra intelligence.