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 2015  marzo 06 Venerdì calendario

L’incidente che ha portato Alonso indietro nel tempo. Appena risvegliato, il pilota credeva di essere nel 1995. Forse, nello schianto, è stato colpito da una scarica elettrica che lo ha fatto svenire o addirittura che ha investito direttamente il cervello. E se queste sono solo teorie, la verità è ancora un mistero

Alonso, l’ultimo mistero
“Pensava di essere nel 1995”

“Guido i kart, sogno la F1”. Dopo l’incidente avrebbe perso la memoria per qualche giorno: ha subìto unelettrochocal cervello?


Un nuovo mistero. O forse no, stavolta siamo a un passo dalla verità, perché man mano che emergono dettagli sulle condizioni di Fernando Alonso si restringe il campo delle ipotesi. Al risveglio dall’incidente di domenica 22 febbraio a Montmelò, questa la nuova rivelazione, il pilota spagnolo aveva perso il ricordo degli ultimi vent’anni. Lo racconta El Pais, lo confermano fonti vicine al pilota. L’esordio in Formula 1 con la Minardi (2001), i due titoli mondiali con la Renault (2005 e 2006), gli ultimi cinque anni con la Ferrari, tutto cancellato. Chi sei? Cosa fai? Cosa desideri fare? gli aveva chiesto il medico che per primo lo aveva soccorso. È la prassi: passato, presente e futuro per valutare le condizioni mentali dell’infortunato dopo un incidente con perdita di coscienza. Risposte: «Sono Fernando Alonso, sono un pilota di kart, voglio andare in Formula 1».
Nell’immediatezza del trauma succede spesso che il paziente sia confuso. Ma l’amnesia di Alonso si protrae e lo stesso il ricovero in ospedale, che da «precauzionale» arriva a durare tre giorni. Secondo El Pais, i ricordi tornano completamente al loro posto dopo una settimana, questo il motivo per cui a Fernando viene suggerito di parlare soltanto con i familiari. Possibile che un incidente dalle conseguenze minime per la monoposto (rottura dell’ala anteriore) abbia avuto effetti così gravi sul cervello del pilota? 
Un giallo da risolvere
Secondo la McLaren-Honda la causa è un colpo di vento, ma un fotografo testimone oculare, Vettel che seguiva Alonso, Button che ha visto le telemetrie ed Ecclestone che i segreti della F1 li conosce tutti, parlano di incidente strano, se non misterioso. Tante le ipotesi alternative, dal malore al guasto meccanico, però solo una è in grado di spiegare: a) l’«errore» di Alonso; b) la perdita di memoria prolungata; c) l’assenza di traumi da impatto sul cervello. È la teoria secondo cui Alonso è stato colpito da una scarica elettrica che lo ha fatto svenire rendendolo vulnerabile nel momento dello schianto, o addirittura ha investito direttamente il cervello. «Negli Anni 50 e 60, quando si faceva l’elettrochoc senza anestesia e su tutto il cranio – spiega il neurologo Paolo Maria Rossini, docente dell’Università Cattolica di Roma – una amnesia prolungata era un effetto abbastanza comune, anche se poi le memorie si ricostituivano». Ad aumentare i sospetti, il fatto che la McLaren-Honda avesse appena sostituito una parte del kers, uno dei complessi sistemi per il recupero dell’energia. 
La McLaren: macchina ok
Il team inglese smentisce con forza: «Il giorno dopo l’incidente abbiamo corretto una serie di errate spiegazioni date dai media, legate a problemi della macchina. Le domande che ancora non hanno risposta sono solo di ordine medico». I medici spagnoli hanno sconsigliato ad Alonso di partecipare al Gran premio d’Australia il 15 marzo, a 21 giorni dall’incidente, anche se a livello cardiaco e neurologico non ci sono tracce del trauma (ritornerà in pista, forse, il 29 marzo in Malesia). E la palla torna alla McLaren, in quanto Alonso vuole chiarimenti: non ricorda (e probabilmente non ricorderà mai) l’incidente, ma è sicuro che non può essere stata colpa sua. La Federazione internazionale dell’automobile ha avviato un’indagine, ma si può trovare traccia una scarica elettrica a distanza di giorni su una macchina che è stata completamente smontata? «È una questione che la Fia deve trattare e che sta trattando – assicura Ecclestone -. Sapete, Fernando è un po’ sorpreso da come tutto è successo. Quindi forse è necessario indagare». Forse.
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