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 2015  marzo 06 Venerdì calendario

I misteriosi incendi di Canneto Caronia, in passato collegati a operazioni militari segrete, a frequenze di ripetitori, guasti Enel, elettromagnetismi della rete ferroviaria, addirittura alla presenza di Ufo e spiriti maligni, sarebbero stati invece opera di un ragazzo di 26 anni, arrestato ieri nella sua casa, proprio lì, sul luogo del «delitto», sulla costa fra Messina e Palermo

I misteriosi incendi di Canneto Caronia, in passato collegati perfino a operazioni militari segrete, a frequenze di ripetitori, guasti Enel, elettromagnetismi della rete ferroviaria, addirittura alla presenza di Ufo e spiriti maligni, sarebbero stati invece opera di un ragazzo di 26 anni, arrestato ieri nella sua casa, proprio lì, sul luogo del «delitto», sulla costa fra Messina e Palermo, di fronte alle Eolie. L’avevano già messo sotto inchiesta a metà ottobre, Giuseppe Pezzino. Ma non si aspettava l’epilogo degli arresti domiciliari, imposti mentre al padre Antonino veniva consegnato un avviso di garanzia, pure lui indagato per gli stessi reati: danneggiamento seguito da incendio, concorso in tentata truffa aggravata e procurato allarme. Una sorpresa per parenti e vicini di casa che avevano eletto proprio quest’ultimo, Nino per tutti, alla guida del Comitato istituito per chiedere controlli e risarcimenti a Stato e Regione, dopo i «fuochi spontanei». Ma non lo sarebbero stati affatto per i carabinieri e il procuratore della Repubblica di Patti Rosa Raffa, come scrivono nel provvedimento rafforzato dalle riprese video in cui il ragazzo compare prima che un’auto, un materasso o un capanno prendano fuoco «usando tecniche tradizionali e anche un congegno laser». Nino Pezzino contrattacca: «Sui 150 incendi del luglio 2014 ne imputano 16 a mio figlio. Sugli altri non si dice niente. Il mistero resta».