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 2015  marzo 06 Venerdì calendario

Renzi per ora rinuncia al decreto sulla Rai e cerca un percorso condiviso partendo dal piano di Grillo e dei 5 stelle. Ieri il summit del Pd al Nazareno, a giorni l’incontro con Roberto Fico

Matteo Renzi per ora rinuncia al decreto sulla Rai, dopo i segnali di dialogo arrivati da Beppe Grillo. Chiarisce in un’intervista a l’Espresso che si cercherà un percorso condiviso per definire il futuro della tv pubblica: «Faremo un provvedimento per consentire al capo dell’azienda di non dover più sottostare a procedure burocratiche chilometriche, o avere l’incubo della Corte dei conti. E mi piacerebbe che ogni rete avesse la sua identità. Non voglio più andare in giro per il mondo con cinque microfoni della Rai. Ne basta uno».
La mano tesa per un disegno di legge condiviso è chiara, così come (in sintesi) l’idea di Rai: reti «tematizzate», con una missione editoriale precisa e non più generaliste in fotocopia. Insomma la Rai «produttrice di cultura diffusa» di cui ha già parlato. Basta con la flotta di troupe: c’è un evidente aggancio al piano di revisione delle news dell’attuale direttore generale Luigi Gubitosi, con l’accorpamento dei tg (Informazione 1 e Informazione 2) dopo il «caso australiano» con i cinque microfoni dei tg Rai (Tg1, Tg2, Tg3, Rai News 24, RadioRai) visti il 14 novembre 2014. Tredici persone in trasferta, 60 mila euro di spese (come da dossier Gubitosi consegnato alla Vigilanza Rai)
Il Pd si muove velocemente. Ieri alle 13, nella sala riunioni al terzo piano nella sede del partito in via del Nazareno, vertice sulla Rai convocato da Lorenza Bonaccorsi, responsabile Cultura del Pd e membro della Vigilanza Rai, e dal sottosegretario alle Comunicazioni, Antonello Giacomelli. Con loro quasi tutti i commissari di Vigilanza (dal presidente del gruppo Vinicio Peluffo al segretario della commissione Michele Anzaldi con Camilla Fabbri, Federico Fornaro, Francesco Verducci e gli altri), il presidente della commissione Trasporti e telecomunicazioni alla Camera, Michele Meta e i membri Pd della speculare commissione al Senato. L’orizzonte è giugno-luglio, quando scadrà il Consiglio Rai presieduto da Anna Maria Tarantola. Si partirà dal confronto sui disegni di legge già presentati, in particolare del Movimento 5 Stelle (di tre giorni fa) e di Sel. Oggi toccherà a «Per l’Italia-Centro Democratico» col capogruppo in Vigilanza, Mario Marazziti. L’obiettivo è trovare l’intesa con Beppe Grillo e i suoi. Tra martedì e mercoledì incontro tra il presidente della Vigilanza, Roberto Fico, M5S, e il capogruppo Pd, Peluffo.
Fico ieri ha assicurato: «Abbiamo presentato dopo un anno di lavoro il disegno di legge che riforma la governance Rai con l’obiettivo principale di renderla indipendente dal potere partitico e governativo. Un servizio pubblico indipendente e di alta qualità aiuterebbe il Paese ad essere più consapevole e quindi a cambiare in meglio. Se l’obiettivo è chiaro, e nessuno bara, discutendo in Parlamento, non ci saranno ostacoli per un dialogo ad oltranza». Gli risponde Verducci, Pd: «Nei prossimi giorni il Pd continuerà a lavorare per dare al Paese una riforma da troppo tempo attesa. Sono convinto ci siano le condizioni per un percorso largamente condiviso».